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Cresima e comunione insieme, l'arcivescovo cambia tutto: niente padrini e madrine per tre anni

Il decreto del vescovo Boccardo: "Sospeso per tre anni il ruolo di padrino/madrina per il sacramento della Cresima"

Cresima e comunione insieme, ma non basta. Con il decreto dell'arcivescovo di Spoleto-Norcia salta anche il ruolo del padrino e della madrina. Come si legge sul sito dell'Archidiocesi "con il presente Decreto - a firma dell'arcivescovo Boccardo - dispongo che, a far data dalla sua pubblicazione, sia sospeso ad experimentum per tre anni il ruolo di padrino/madrina per il sacramento della Cresima".

I cresimandi "saranno presentati al Vescovo dal parroco e da uno dei catechisti, espressione della comunità che accompagna le giovani generazioni ad approfondire e vivere la loro adesione a Cristo nella Chiesa. In occasione dell’Assemblea annuale del Clero, prevista a Roccaporena nei giorni 15-17 giugno 2020, si terrà una prima valutazione". 

E ancora: "Chiedo ai Parroci di illustrare opportunamente alle comunità parrocchiali - con onestà, fedeltà e chiarezza - le motivazioni che hanno ispirato questa decisione comune e di continuare ad individuare con particolare attenzione i catechisti a cui affidare i fanciulli che seguono il percorso dell’iniziazione cristiana".  

Nel 2020, si legge ancora nel sito dell'archidiocesi, "giunge a compimento il primo percorso di catechesi dei fanciulli così come delineato nel documento “Per una iniziazione cristiana agile e bella”, del 14 settembre 2017. Esso vedrà dunque la celebrazione del sacramento della Cresima «prima della Messa di Prima Comunione, perché è la Cresima che abilita sacramentalmente all’Eucaristia. Verrà celebrata dal Vescovo in giorno di sabato - per pievania o parrocchia - in Cattedrale, come segno di appartenenza alla Chiesa diocesana. Il giorno seguente o, se si ritiene opportuno, dopo una settimana, ma sempre di domenica, si celebra in parrocchia la Prima Eucaristia» (cf pp. 20-21, passim)".

Il Codice di Diritto Canonico, spiegano, "non impone la figura del padrino/madrina, ma la prevede 'per quanto possibile' (can. 872) e specifica che le persone scelte devono condurre 'una vita conforme alla fede e all’incarico che si assume' ed essere esenti da impedimenti canonici stabiliti dal diritto (cf can. 874). E la Nota pastorale CEI “L'iniziazione cristiana/3", dell’8 giugno 2003, chiede che la scelta del padrino e della madrina avvenga 'curando che sia persona matura nella fede, rappresentativa della comunità, approvata dal parroco, capace di accompagnare il candidato nel cammino verso i sacramenti e di seguirlo nel resto della vita con il sostegno e l’esempio". 

Poi l'analisi della situazione: "Nell’attuale mutato contesto socio-ecclesiale, la presenza dei padrini/madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede. Scelti abitualmente con criteri e finalità diverse da quelle che intende la Chiesa (relazioni di parentela, di amicizia, di interesse, ecc.), risulta che essi non hanno piena consapevolezza ed effettiva idoneità a svolgere un ruolo efficace e credibile nel trasmettere la fede con la testimonianza della vita. Inoltre, la situazione familiare complessa o irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito rende la questione ancora più delicata".

E ancora: "In diverse occasioni i parroci hanno segnalato in proposito difficoltà e disagi ed ha preso forma la proposta di affidare agli stessi catechisti il ruolo di padrini/madrine o anche di abolirne o sospenderne la presenza e il ruolo. I Pievani hanno consultato in merito tutti i Parroci e nel corso della riunione del Collegio del 14 novembre 2019 hanno riferito il loro unanime consenso circa l’abolizione o sospensione del ruolo di padrino/madrina fin dalle prossime celebrazioni".


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