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La storia di Charlie, senza casa e senza lavoro: "Mangio grazie al reddito di cittadinanza"

Lo incontriamo nel piazzaletto adiacente a piazza Grimana, di martedì, giorno di mercato. Grazie al sussidio, può permettersi di comprare un po’ di frutta. Ma dorme all’addiaccio. “Quest’anno è stato un inverno terribile”, racconta. Ecco la sua storia

Senza casa, senza lavoro, malato, dorme nel cortile delle Clarisse di Sant’Agnese al Borgo d’Oro, mangia grazie al reddito di cittadinanza. Si chiama Charlie Proietti e conduce un’esistenza grama, sorretta dal tanto criticato reddito sociale che, dice, “almeno mi consente di mangiare”.

Lo incontriamo nel piazzaletto adiacente a piazza Grimana, di martedì, giorno di mercato. Grazie al sussidio, può permettersi di comprare un po’ di frutta. Ma dorme all’addiaccio. “Quest’anno è stato un inverno terribile”, racconta. E spera che quello imminente abbia temperature meno proibitive. Dorme “ospitato” in quel cortile, proteggendosi dal freddo con qualche coperta. “Devo stare zitto – spiega –  perché non ho un tetto sulla testa. Mi salvo un po’ accostandomi alla gronda. Se chiamano la forza pubblica, mi cacciano anche da lì”.“Ho chiesto aiuto alla curia, attraverso i buoni uffici di Amilcare, il segretario del cardinale”.

“Il cardinale conosce la mia situazione. Una volta è venuto a pregare e mi ha ‘scavalcato’, salutandomi con la battuta ‘ecco il nostro amico’. Lo ritengo una figura positiva della chiesa. Spero possa aiutarmi”. Ma di cosa ha bisogno Charlie? “Mi accontenterei di un monolocale, con un bagnetto”. Già perché confessa che il suo sogno sarebbe quello di potersi fare la doccia, quando serve. Vi pare troppo?

Un lavoro non ce l’ha. Classe 1968, è Maestro d’arte diplomato, ha svolto solo lavori saltuari, occasionali, provvisori: magazziniere, carrellista. È anche emigrato in Germania, dove ha lavorato in una gelateria. Ora un lavoro non ce l’ha e, forse, non sarebbe nemmeno in grado di operare proficuamente. Troppi gli acciacchi che lo assillano. Cammina appoggiandosi a un bastone, malgrado la giovane età.

“Se mi dessero un piccolo monolocale – dice sognante – lo terrei bene. Pentole e attrezzi da cucina me li regalerebbero le sorelle di Santo Spirito, che hanno di questo materiale. Solo che adesso non so dove metterlo, non ho un posto dove posarli e utilizzarli”.

Lo ha presentato all’Inviato Cittadino Italo Lorenzini, il custode della piaggia di San Fortunato. Anche lui invalido e malato. Ma almeno ha un tetto sotto cui ripararsi. Gli dice: “Questo è un giornalista. Vedrai che ti aiuta!”. Illusione. Si può, al più, ricordare che Charlie Proietti esiste. E soffre, nella patria di Aldo Capitini che predicava il “potere di tutti”, la festa, l’accoglienza. Ma la città è sorda al richiamo dell’accettazione, al superamento dell’indifferenza. Troppa gente chiude gli occhi o si volta per non vedere. È meglio far finta di niente che sentirsi colpevoli, o almeno complici, del delitto di “lesa umanità”.

È un uomo pulito, Charlie: distinto, educato, si esprime con competenza. È onesto e non si è mai mischiato col manipolo di spacciatori che girella tra i vicoli del Borgo. Forse gli converrebbe, ma non ci sta. Che volete? È fatto così. Tiene al rispetto, alla dignità, al piacere dell’onestà. Tira avanti una vita grama, tra i vicoli del Borgo d’Oro. Che è forse d’oro per alcuni. Ma non per lui.


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