Attualità

INVIATO CITTADINO Frecciarossa e Frecciargento, Trecchiodi e Fressoia all'attacco: "La politica ignora: è disinformata e disinforma"

Intervista ad Alessio Trecchiodi, esperto di trasportistica, e Luigi Fressoia, presidente della sezione perugina di Italia Nostra

Trecchiodi e Fressoia (Italia Nostra) dicono la loro sulla politica dei Frecciargento (montaggio Sandro Allegrini)

Approssimazione e disinformazione La strategia delle Ferrovie è esattamente quella di far uscire i treni Frecciarossa e Frecciargento dalla dorsale Alta Velocità (Torino-Salerno). Affermare il contrario è un falso.

Ne parliamo con Alessio Trecchiodi, esperto di trasportistica, e Luigi Fressoia, presidente della sezione perugina di Italia Nostra.

Far uscire i treni veloci per far cosa?

“Per raggiungere, lungo linee storiche, decine di città”.

È una tendenza tipicamente italiana?

“Macché! Si verifica non solo in tutta Italia, da nord a sud, ma ugualmente in Francia e in Spagna (basta guardare dei video in rete)”.

Cosa accade?

“Accade che i treni veloci vogliono fortemente raggiungere e servire anche l'ultima provincia. Affermare che le ferrovie questo servizio non lo faranno più è il contrario della realtà e pura negazione della verità”.

Insomma, la tendenza è in atto. Volete farci degli esempi? L’Umbria costituisce un’eccezione?

“Dopo l'avvio del servizio Alta Velocità (2009), i Freccia hanno cominciato a perseguire questa strategia: a Bologna escono per raggiungere Bergamo e Brescia e per servire il Triveneto fino Bolzano, Udine e Trieste, ma anche per Forli, Rimini, Ancona, Pescara fino Bari e Lecce. A Firenze escono per raggiungere Pisa e la Liguria. Ad Arezzo esce un Frecciarossa e serve Perugia (potrebbe servire anche Assisi, Foligno, Spoleto e Terni). Al bivio di Caserta nord, i Frecciargento escono per raggiungere Foggia Bari e Lecce. A Salerno escono per raggiungere Reggio Calabria, Potenza, Metaponto e Taranto. Da ultimo anche Agropoli, Vallo di Lucania e Sapri hanno ottenuto l'arretramento di alcuni Frecciarossa da Salerno”.

Insomma, una tendenza conclamata e incontrovertibile!

“In Italia sono circa 60 le città lontane dalla dorsale A.V., ma comunque raggiunte da treni Freccia. Oltre cento in Francia. Addirittura Parma, Reggio e Modena, nonostante abbiano avuto proprio per loro la stazione MedioPadana, hanno recentemente ottenuto una decina di Freccia passanti per le proprie storiche stazioni!”

Allora, vi chiedo: perché negare solo all'Umbria ciò che si fa e si incrementa dappertutto?

“La politica ignora: è disinformata e disinforma. Dal canto loro, gli umbri devono pretendere pieno servizio Alta Velocità, poiché anch'essi hanno contribuito a costruirlo. Un servizio base A.V. deve essere garantito a tutte le regioni senza esborsi in favore di Trenitalia. La politica deve porsi questa irrinunciabile equità sociale e territoriale”.

E se c’è da pagare?

“Quand’anche ci fosse da pagare, la politica deve pretendere ancora una volta equità: l'Umbria stava pagando l'unico suo Frecciarossa ben 33 €/km, mentre Potenza lo pagava €18/km e Sibari solo € 7/km circa. Non si vede perché lo stesso servizio dobbiamo pagarlo più degli altri!”.

Ma ce la faremo a pagare tutto? Già spendiamo un sacco di soldi per cattivi treni!

“I molti treni Regionali di bassa qualità che ogni giorno pendolano tra l'Umbria, Roma e Firenze hanno un costo che sfiora €15.000.000/anno. È compito specifico della politica chiedere al governo di usare una parte di questa montagna di soldi per pagare l'Alta Velocità in Umbria”.


Si parla di