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Via Bartolo: buche e buchi di materiale fittile nel marciapiede risarcite col catrame

Quando la pezza è peggiore del buco. L'intervento dopo la caduta di una persona

Via Bartolo. Buche e buchi di materiale fittile nel marciapiede risarcite col catrame. Quando la pezza è peggiore del buco.

Ne abbiamo più volte evidenziato la pericolosità. Quella zona a scendere dall’acropoli verso l’Arco Etrusco e piazza Grimana era ormai un percorso a ostacoli (Via Bartolo, tra buche e gradini sgretolati è un’autentica trappola per i pedoni).

Il gelo invernale e la trascuratezza degli uomini ne hanno fatto una pista da gimkana. Solo che, invece che in moto o mountain bike, viene percorsa pedibus calcantibus. Da qui il rischio a carico di muscoli, arti e ossa. E più d’uno ci si è infortunato.

Il rischio di farsi male è altissimo. L’aspetto delle toppe è orrendo, dissonante con la maestosa bellezza dell’Arco (III secolo avanti Cristo) e con la prospettiva del seicentesco Palazzo Gallenga.

Oltre al marciapiedi, manca anche la ringhiera di protezione metallica, specie nella curva, dove è più alto il rischio (per le vetture su una strada in forte pendenza) di prendere la tangente e investire il pedone.

La ringhiera fu sfondata da un mezzo sfrenato della Gesenu, molti mesi fa. Ma tutto è rimasto com’era. Si vedono gli spuntoni al suolo, ma il parapetto è inesistente.

Ieri mattina sono intervenuti sul piano di calpestio. Lo hanno fatto nel modo peggiore che si potesse immaginare. Hanno, infatti, gettato qualche palata di catrame a caldo sulle buche. L’effetto (anti)estetico è desolante. Un risultato certo è anche quello di far restare le scarpe dei pedoni attaccate a quelle macchie nere e untuose.

Vale il detto: “Si stava meglio quado si stava peggio”. Insomma: più che di “rammendo”, si può parlare di “sbrego”. Ossia: lacerazione di storia, cultura, identità.

P. s.: mi giunge, a servizio scritto, un messaggio del geometra Raffaele Calzoni, tecnico del Centro Storico. Spiega che si tratta di un intervento “urgente e provvisorio”, dovuto alla caduta di “un’altra persona”. La Municipale è intervenuta e “non se ne sarebbero andati, se non avessimo messo in sicurezza. In alternativa, avrebbero chiuso al transito pedonale”. Dunque, decisione “obbligata”. Calzoni aggiunge che “gli uffici stanno ‘già’ (sic, ndr) programmando un intervento risolutivo di sistemazione…”. Bene così.

Un solo commento: meglio tardi che mai. Ma smentito il detto “non è mai troppo tardi”. Ché è tardi… da parecchio.


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