Cronaca

Nasce Progetto Donna per la parità di genere e per arginare le criticità

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere, PerugiaToday ha incontrato la Presidente di Progetto Donna, l’associazione che ha come obbiettivo la valorizzazione e la tutela dell’individuo nelle fasi più delicate della sua vita

Ogni fase dell’esistenza che segna in maniera incisiva il cambiamento di un essere umano, può essere vissuta, a seconda delle circostanze, in maniera più meno turbolenta o complicata. La nascita di un figlio, la fine un rapporto di coppia, la perdita di una indipendenza economica, fino alla violenza in ogni sua forma, può innestare blocchi, solitudine, paure. Nasce come supporto, tutela e punto di ascolto la neonata Associazione Progetto Donna, che è stata presentata ufficialmente il 9 novembre alla Sala della Vaccara di Perugia dinanzi a istituzioni locali, associazioni e organizzazioni maggiormente rappresentative del settore.

PerugiaToday ne ha parlato con l’imprenditrice Tiziana Casale e l’avvocato Francesca Fioretti, rispettivamente Presidente e cofondatrice di Progetto Donna.

“Tutto quello che noi facciamo è mettere a disposizione professionisti del settore per permettere, a chi si rivolge a noi, di avere strumenti concreti di aiuto – spiega la Presidente dell’associazione - Siamo nati a maggio, mentre la presentazione pubblica è avvenuta poco più di una settimana fa, in sede istituzionale. L’associazione, che gode del Patrocinio del Comune, Provincia e Regione Umbria, nonostante si riferisca alle donne, è in realtà aperta a tutti, con un focus sui diritti delle donne, a volte inconsapevoli di quelle che sono le loro tutele. Abbiamo anche  un’area medico legale aperta alla coppia, ma quello che ci preme, in particolar modo, è sensibilizzare gli individui alla cultura della parità. Ecco perché l’associazione si rivolge anche agli uomini. La diffusione della cultura della parità, passa  attraverso eventi di formazione e informazione, se conosco i meccanismi psicologici alla base dei miei problemi, se conosco i mei diritti, se riconosco la mia dignità come individuo, ho la possibilità di decidere. E decidere significa libertà”.

“Noi non vogliamo ‘consolare’ le donne in difficoltà - afferma l’avvocato Fioretti -ma vogliamo farle ripartire a cominciare dal cambiamento, offrendo quei strumenti di tutela e valorizzazione che possano innescare una presa di coscienza nell’attuare una conquista della propria autonomia, indipendenza, vita. Aiutarle nell’affrontare situazioni di criticità legate ai cambiamenti che possono essere una malattia, una crisi coniugale, la maternità, o la violenza in tutte le sue forme”.

 “Abbiamo una linea telefonica dedicata, la pagina facebook.com/assprogettodonna ed un sito web in cui accogliamo le richieste – aggiunge Tiziana Casale - e dove gli specialisti ( tre psicologi, uno psichiatra una nutrizionista e due avvocati) possono dare subito la prima consulenza gratuita e le prime risposte necessarie perché i punti cardine della nostra associazione sono soprattutto: ascolto, accoglienza, informazione e formazione. Le aree della nostra associazione sono interfacciate l’una all’altra; se una donna si rivolge ad un nostro avvocato per un parere legale, ma poi risulta essere vittima di una violenza, di un disagio di coppia, ad esempio, sa di poter affidare ‘il caso’ all’area medica, per attivare un aiuto a 360 gradi”.

“Anche gli uomini sono vittime (in misura minore) di violenza di genere, ma sono spesso e soprattutto le donne ad essere ingabbiate dentro una spirale di negazione della propria dignità. A volte questo stato non è altro che il retaggio di una cultura non votata all’educazione sulla parità. Noi riteniamo che la donna è vittima fin quando attua un comportamento inconscio da vittima, perché frutto di una situazione sociale che la inquadra sotto questa ottica. Quando invece viene a conoscenza  dei propri diritti, o è aiutata dal punto di vista psicologico a potenziare e a credere nelle proprie capacità, esce da questo ruolo di vittima e riprende in mano la propria vita. Un cammino difficile, questo si, tenendo in considerazione che a volte la prigionia della violenza è assoluta e devastante, ma se è vero che un cambiamento futuro inizia a partire da noi stessi, avere strumenti di tutela che possano indirizzarci verso un percorso autonomo della propria vita, risulta fondamentale”.

Vorremmo poter un giorno raccontare un’altra storia. Quella che un cambiamento culturale nella discriminazione di genere è possibile affinchè, il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, non debba continuare ad aggiungere nomi alla già lunga scia di massacri.


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