Cronaca

Perugia si interroga sulla piaga del bullismo: 5 casi alle scuole medie. Parlano gli esperti. Le soluzioni proposte

Audizione delle istituzioni regionali per cercare di trovare un patto per contrastare il fenomeno del cyber bullismo e del bullismo tra i giovanissimi. I dati, le analisi e i primi provvedimenti in fase di studio

La città di Perugia, a Palazzo dei Priori, si sta interrogando su quali strumenti mettere in campo, insieme alle altre istituzioni, per arginare il fenomeno del cyber bullismo che rovina la vita e spesso sta alla base di suicidi ed esclusione sociale di giovanissimi. Lo spunto è arrivato grazie sia all'ordine del giorno del capogruppo 5 Stelle Tizi che le proposte della consigliera del Pd, Ronfa. La discussione ha visto la presenza dei massimi esperti in materia di prevenzione e contrasto del bullismo: Floriana Falcinelli, del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia, il Vice Questore Sergio Russo, dirigente del Compartimento di Polizia Postale, la professoressa Maria Filomia, referente regionale MED (Ass. per l’educazione ai Media e alla Comunicazione), il Presidente del Coni Umbria Domenico Ignozza, Diego Buratta e Rosanna Milone, in rappresentanza della Coop. Soc. Pepita e Matteo Vagnetti per la Consulta provinciale degli Studenti. 

“Nel 2019 - ha spiegato il vice-questore e dirigente della Polizia Postale dell'Umbria Sergio Russo- abbiamo trattato 5 casi non particolarmente gravi, che hanno riguardato ragazzi di scuola media e che con la collaborazione della scuola stessa e dei genitori hanno avuto effetti contenuti.” Nel 2019, la Polizia Postale ha organizzato 20 incontri con ben 2600 studenti dalla prima media alla seconda superiore (11/16 anni) che hanno visto la partecipazione anche di 345 insegnanti e una ventina di genitori, che sono stati però più numerosi ai convegni serali (125). Tra le iniziative che la Polizia Postale ha in programma torneranno, l’11 febbraio, la giornata mondiale della sicurezza in internet e il truck Vita da social, che a maggio sarà a Spoleto. "Anche sugli insegnanti è fondamentale intervenire  - ha concluso Russo - perché facciano capire agli studenti quali sono le condotte a rischio e quelle da tenere. Qualche difficoltà in più la troviamo nel coinvolgere i genitori.” Dunque è fondamentale l'educazione in casa e il ruolo della famiglia per arginare il bullismo o capire i segnali iniziali manifestati da un figlio o figlia bullizzata. 

Un ragazzo su 5, se fosse vittima o assistesse a fenomeni di bullismo o cyber bullismo non lo direbbe a nessuno, per vari motivi e, tra questi, anche perché non ha nessuno con cui parlarne. “È quanto risulta da lle riposte dei ragazzi ad un questionaro fatto nelle scuole ed è su questo che dobbiamo cominciare a ragionare - ha spiegato Diego Buratta, di Pepita Cooperativa Sociale di professionisti dell’educazione, che lavora con la Fondazione Carolina, creata dal padre di Carolina Picchio, la quattordicenne che si uccise perché vittima di cyber-bullismo nel 2013. “Lavoriamo moltissimo nelle scuole e negli oratori, nella consapevolezza della necessità di una continuità educativa. C’è bisogno -ha ribadito Buratta- di un tavolo di lavoro continuativo, di strumenti per un monitoraggio sul territorio, strumenti per la formazione soprattutto di insegnanti e genitori e strumenti per l’applicazione della legge.” Pepita sta anche lanciando in questi giorni l’App Adolesharing, uno strumento pratico e veloce per i genitori ma anche per i ragazzi.

Per i Presidente del Coni Ignozza, è fondamentale il ruolo dello sport per la prevenzione di questi fenomeni. “Il 67 per cento dei ragazzi tra i 3 e i 16 anni praticano sport e benché neanche il mondo dello sport ne sia immune, i ragazzi che praticano sport sono in qualche modo vaccinati contro questi fenomeni, perché sono abituati a parlare di valori, a fare sacrifici. Dal mio osservatorio - ha concluso - posso confermare che lo sport è in grado di mettere in piedi un progetto di lungo termine, di parlare ai giovani mettendo in risalto i valori che lo sport può dare e le conoscenze che i ragazzi devono avere per una maggiore consapevolezza della propria condotta.”

Complimentandosi con la classe che ha recentemente denunciato il fatto in un istituto di Perugia, Vagnetti ha tracciato una linea per il futuro: “C’è bisogno di un sistema di gestione per l’individuazione e prevenzione di condotte di bullismo in ambito scolastico, al fine di prevenirlo e contrastarlo. La Consulta si è già mossa attivamente in merito, facendo informazione costante e organizzando un’iniziativa con la polizia postale per far avvicinare gli studenti a questo tema così delicato. Siamo convinti che lavorando in maniera coordinata con le istituzioni si possa arrivare ad arginare questo problema. Non ci si deve mai arrendere di fronte alle violenze, tutti noi possiamo fare qualcosa per costruire un futuro migliore". 

Una collaborazione a 360 gradi è chiesta ufficialmente loriana Falcinelli, del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia: “Per aiutare i ragazzi, i genitori e gli insegnanti -ha spiegato- è importante conoscere il problema ma anche le nuove tecnologie; altro elemento importante è dare ai ragazzi un senso profondo della cultura nel senso più ampio del termine, rendendo il ragazzo protagonista del proprio mondo e fare delle discipline che si studiano a scuola strumenti per leggere il mondo. Altrettanto importante - ha spiegato Falcinelli è la collaborazione, nel senso che un’azione incisiva non può non vedere intorno a un tavolo tutti i soggetti, perché c’è bisogno di un patto formativo importante e di una corresponsabilità. Infine, -ha concluso- è necessario superare il metodo degli interventi spot, e dare vita, invece, ad un progetto a lungo termine, integrato, che dia continuità al percorso". Dal dibattito sono emerse due ipotesi su cui lavorare: un patto di cittadinanza anti-bullismo e un tavolo permanente  per prevenire il fenomeno costituito da soggetti con competenze diverse e ha sottolineato il ruolo di promotore e coordinatore del comune. 


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