Cronaca

La desolazione e l'abbandono: così il centro storico perde un simbolo e un pezzo di storia

Del glorioso Caffè Medio Evo di piazza della Repubblica restano i locali, desolatamente vuoti e in palese degrado

Del glorioso Caffè Medio Evo di piazza della Repubblica restano i locali, desolatamente vuoti e in palese degrado. C’erano una volta quattro storici bar-pasticceria, in corso Vannucci, a poca distanza l’uno dall’altro. Si chiamavano Falci, Vitalesta, Sandri e Medio Evo. Il Caffè Falci era il ritrovo dei vitelloni che, da quei tavolini, lanciavano occhiate assassine alle straniere “di passo”. Il Bar Vitalesta (fondato da Peppino Vitalesta, storico giocatore del Perugia Calcio degli anni 30) era il locale degli sportivi. Il Sandri e il Medio Evo si contendevano la palma della pasticceria fine. Il poeta perugino Claudio Spinelli ricorda con orgoglio che il papà Dante “lavorav’al Medi’ Evo che ‘nn allora / era l Caffè più mèj’ arinomato”).

Tre di quegli storici esercizi rimangono nelle rispettive sedi, anche se in configurazioni e con nomi diversi. Ma il Medio Evo ha definitivamente chiuso i battenti e lo splendido immobile, ubicato al pianterreno di palazzo Baldeschi, mostra evidenti  condizioni di decadimento. La parte alta dei costoloni e le decorazioni superiori sono in stato accettabile. Ma lo zoccolo inferiore, sia come tinteggiatura che come intonaco, se la passa maluccio e dà segni tangibili di deterioramento. Almeno limitandosi a dare un’occhiata dalle vetrine che si aprono su piazza della Repubblica e su via Baldo. La ragione risiede nell’enorme cisterna (cui anticamente si attingeva acqua) che l’edificio ha in pancia. Quel serbatoio fu poi ricoperto dal pavimento. Ma tuttora l’umidità risale per il fenomeno fisico della capillarità e produce danni consistenti. Lo storico Caffè con tavolini esterni, dopo vari passaggi di gestione, era finito nelle mani di Barbara Baglioni, pasticcera egregia con laboratorio in via Annibale Vecchi, all’Elce. Quartiere dove gestisce anche il Caffè B&B. 

Ma il canone non era più proporzionato alle entrate, tanto che Barbara decise di subentrare nella gestione del Caffè Turreno, lasciato dai fratelli Gargiulo. Il canone del Turreno era, infatti, assai più ragionevole: si dice, circa la metà dei 9000 euro già pagati al Medio Evo, e in predicato di ulteriore aumento.

Così, da qualche anno, quei bei locali del Medio Evo, che affacciano su corso Vannucci, sono abbandonati. Ma qual è lo stato dell’immobile, ormai chiuso da parecchio? In mancanza di aereazione, le pareti si presentano con tracce di umidità e con la tinteggiatura sfaldata. Le volte e le decorazioni in alto, si diceva, mantengono ancora una certa leggibilità. Ma ancora per quanto? Pare che qualche imprenditore abbia lanciato delle timide proposte per il subentro. Anche se l’esercizio non potrà più chiamarsi Medio Evo, nome legato alla licenza del ramo d’azienda di cui resta titolare Barbara Baglioni. A questo punto – si sostiene – la proprietà dovrebbe abbassare le pretese economiche sul canone, pur di vedere riaperto quel locale. Il Comune di Perugia, per parte sua, avrebbe tutto l’interesse a farsi promotore della riapertura di un luogo che ha segnato la storia della Vetusta.


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