Il figlio ha bisogno del padre, su richiesta della madre il giudice raddoppia i giorni a casa dell'altro genitore
A chiedere la revisione degli accordi di divorzio è stata la madre che si è accorta che al ragazzo mancava una figura maschile di riferimento
Il figlio passa poco tempo con il padre, separato, e così la ex moglie chiede al giudice di rivedere gli accordi, raddoppiando i giorni di permanenza del ragazzo a casa del genitore.
La donna, assistita dall'avvocato Simone Marchetti, ha ritenuto che i "tempi di permanenza del figlio minore ... con il padre" fossero "estremamente limitati e non idonei a garantire al minore un rapporto continuativo ed equilibrato con entrambi i genitori" soprattutto a fronte delle "accresciute esigenze del ragazzo", ormai prossimo alla pubertà.
Secondo la madre, infatti, il ragazzo aveva bisogno di una figura maschile di riferimento e di recuperare il rapporto con il padre, dopo che questi era rimasto ai margini del processo educativo. Quattro giorni al mese (oltre ai giorni delle festività di Pasqua, Natale e dell'estate) con il genitore erano pochi per stabilire con il padre un rapporto più intimo e stretto. Andavano aumentati.
Il padre si è opposto a tale richiesta sostenendo che sarebbe stato più facile per il figlio trasferirsi da lui (e con la sua nuova famiglia). Proposta che, però, il ragazzo ha rifiutato "esprimendo con consapevolezza la volontà di rimanere nell'attuale contesto abitativo, scolastico e sociale". Così i giudici del Tribunale di Perugia, a fronte della resistenza del padre, hanno accolto le richieste della madre, stabilendo che il bambino dovrà trascorrere non più solo quattro pernottamenti al mese, ma il doppio, cioè otto giorni, dal venerdì all'uscita da scuola fino al lunedì mattina, quando lo riaccompagnerà a scuola.