Cronaca

Si sdraiò sul parcheggio di una discoteca e picchiò un agente: condannata, ma la difesa ricorre in appello

Una serata in discoteca con gli amici che presto si trasforma in una vera e propria escalation di follia. Con tanto di un processo penale e una condanna in primo grado (a tre mesi di reclusione per aver picchiato un carabiniere

Una serata in discoteca con gli amici che presto si trasforma in una vera e propria escalation di follia. Con tanto di un processo penale e una condanna in primo grado (a tre medi di reclusione) per una giovane imputata di di 31 anni, per aver usato violenza nei confronti di un carabiniere, "colpendolo con un calcio al volto nel corso di un controllo e provocandogli lesioni personali giudicate guaribili in otto giorni". La difesa, rappresentata dall'avvocato Massimo Degli Esposti è ricorsa in appello e domani arriverà la decisione dei giudici della Corte. 

Delirio in via del Macello, calci e pugni ai poliziotti: arrestato 18enne

I fatti Erano le due di notte del 29 gennaio del 2012 quando i carabinieri giunsero in una discoteca del perugino a seguito di alcuni "dissidi" scoppiati tra i ragazzi e i parcheggiatori del locale. Una volta giunti sul posto, i militari notarono la ragazza stessa a terra in mezzo al parcheggio della discoteca, intenta a bloccare il traffico delle auto che entravano nel parcheggio, come segno di protesta nei confronti dei parcheggiatori che avevano richiesto il pagamento per la sosta della macchina.

Gli agenti invitarono la ragazza ad alzarsi e le chiesero se avesse bisogno di cure e di aiuto, ma lei, per tutta risposta, iniziò ad inveire contro i militari e contro i parcheggiatori. La ragazza fu fatta salire in macchina dei militari ed è a quel punto che iniziò a dare in escandescenza e a battere la testa contro il finestrino dell'auto. All'intervento di uno dei carabinieri, per evitare che continuasse a farsi volontariamente del male, la giovane reagì con un calcio in faccia al militare, provocandogli "una contusione con abrasione" al volto.   La ragazza finì a processo e condannata anche al risarcimento dei danni in favore della parte civile. 


Si parla di