Cronaca

Centro storico, negozianti contro il mercatini di Natale: "Sono la nostra rovina"

Esplode la polemica: "Ci tolgono visibilità e clienti, noi presidiamo il centro storico tutto l'anno"

“Ma quelle bancarelle… sono la nostra rovina!”. Parola di operatori commerciali del Centro storico. Come mai? Non si limitano ad asserirlo, ma lo spiegano con esempi.

Insomma, che danno vi fanno?

“Innanzitutto, schierate come sono a ventaglio davanti ai nostri negozi, le bancarelle ci tolgono visibilità”.

Seconda obiezione: “Noi stiamo tutto l’anno a presidiare il Centro – anche in periodi magri – impegnati a dare vita alla città: seminiamo in attesa del raccolto. Questi arrivano al momento della ‘battitura’, fanno man bassa degli acquisti natalizi e ci salutano”.

Insomma: succhiano risorse e se ne vanno, insalutati ospiti.

Ma com’è possibile – chiediamo – che vi facciano così tanta concorrenza?

“Il fatto è che il mercatino attira, suscita curiosità e la gente lo preferisce all’ufficialità del negozio. Senza contare che la merce non costa certamente di meno”.

“Vorrei sottolineare – aggiunge un collega – che ordinariamente si tratta di “robetta” del cui acquisto i clienti, una volta a casa, si pentono. Eppure ci ricascano ogni anno!”.

Un altro esempio. Dicono: “Mettiamo che un cliente abbia un budget di spesa di 50 euro e cominci ad aggirarsi tra le bancarelle. Di fatto, una spesina qui, una là, esaurisce il fondo cassa a disposizione. Dopo di che, se ne va e noi restiamo a bocca asciutta”.

“Guardi – dice una commerciante – oggi non ho ancora incassato un euro. La cosa sta prendendo una piega intollerabile. Con l’affitto e le utenze da pagare comunque. Vogliono portarci alla chiusura”. 

Non manca poi chi, alle considerazioni di carattere economico, aggiunge valutazioni di tipo estetico: “Quelle capannine da villaggio di montagna, accampate intorno alla Fontana in piazza Grande, sono un obbrobrio, un monumento al cattivo gusto: peggio, addirittura, dei tanto criticati gonfiabili di Eurochocolate! Si guardi Arezzo, ad esempio: lì è tutta un’altra cosa!”.

Aggiunge un altro: “Brutto il colore legno dell’anno scorso, orribile il bianco di quest’anno o il violetto della lavanda”.
La domanda: “Allora, se le cose stanno così, perché non accedete anche voi al mercatino e non prendete a nolo uno stand?”
“Vuole scherzare? – risponde – Non bastano le spese del negozio? Dovremmo accollarci anche i mille euro delle casette?”. Insomma, se è vero che il lagno è libero, le lamentele dei commercianti del Centro storico salgono alle stelle. Che sia tutto inventato? Che piangano – come si dice – col sorcio in bocca?

A guardare il deserto dei negozi, parrebbe proprio che abbiano ragione. “Senza contare – conclude con malizia tutta femminile una collega – che questi soldi vanno, per così dire, ‘fuori zona’: non un centesimo ricade sull’economia cittadina!”.

Che abbiano ragione?


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