Cronaca

Meredith, la lettera della sorella a dieci anni dall'omicidio: "Guede non era solo"

La sorella Stephanie in una lettera al legale della famiglia, l’avvocato Francesco Maresca, torna a chiedere giustizia. Ribadisce che anche per i giudici Rudy Guede (unico condannato, a 16 anni di reclusione) "non era solo"

Sono passati dieci anni dall'omicidio di Meredith Kercher a Perugia.  La sorella Stephanie in una lettera al legale della famiglia, l’avvocato Francesco Maresca, torna a chiedere giustizia. Ribadisce che anche per i giudici Rudy Guede (unico condannato, a 16 anni di reclusione) "non era solo".

"Guede non era solo"

Concetto ripreso dall’avvocato Maresca. "Nel “Meredith Kercher case” - ha detto - tutti noi sappiamo che Guede non era solo ma sappiamo anche che per lo Stato italiano non ci sono altri colpevoli"."Ricordiamo ancora oggi la povera Meredith - ha sottolineato il legale - pensando al suo splendido sorriso che abbiamo conosciuto dalle foto. Le parole della sorella devono servire da monito per un impegno ancora maggiore nella ricerca dei responsabili di delitti così efferati che hanno contraddistinto la cronaca italiana degli ultimi anni".

Il ricordo della sorella di Mez 

"Dieci anni fa, oggi, le nostre vite sono cambiate per sempre. Il nostro mondo è stato distrutto da ciò che si potrebbe definire come "un’altra notizia di cronaca". Continua così Stephanie Kercher. "Nonostante ci si rattristi sempre per il numero crescente di morti che appaiono quotidianamente nei telegiornali è comunque qualcosa che non penseresti mai ti possa accadere. Il primo novembre, il giorno in cui Meredith ci è stata brutalmente portata via, è indelebile nella mia mente. Mi hanno chiesto, ovviamente, come la ricorderemo e come ci sentiamo oggi, il giorno del decimo anniversario dalla sua morte. Come possono capire coloro che hanno perso qualcuno di caro, o coloro che hanno vissuto la tragedia di perdere qualcuno in maniera così brutale, vi possiamo dire che il dolore e il senso di impotenza non si affievolisce mai".

"Grati al popolo italiano per il supporto"

"Siamo grati e per sempre lo saremo al popolo italiano per il suo supporto e la sua bontà nel ricordare Mez", ha proseguiro Stephanie. Meredith - ha ricordato la sorella - "vedeva l'Italia come casa sua. Una ragazza - l'ha definita - amica di tutte le persone che incontrava, leale, premurosa e empatica. Una ragazza che inoltre difendeva i suoi ideali, e se stessa. Di una cosa posso essere in fatti certa: l'ultima volta che l'ho vista, quando ho toccato il suo corpo freddo dandole un ultimo bacio sulla guancia, ho visto sul suo volto una chiara determinazione di vivere. Nonostante la lotta che aveva sostenuto - ha concluso Stephanie Kercher - la sera del primo di novembre pur essendo in inferiorità numerica".