Cronaca

Muore in sala operatoria a soli 23 anni: aveva un tumore, medici sotto inchiesta

I familiari della vittima hanno chiesto di fare chiarezza sulle procedure mediche adottate. La ragazza era stata colpita da un tumore definito "aggressivo"

Si presentò all'ospedale di Pantalla lamentando un forte dolore. L'esito fu infausto: tumore maligno di natura aggressiva. Per lei nulla da fare: morì pochi mesi dopo nonostante la giovanissima età. Ma a distanza di due anni da quella tragedia, i familiari della ragazza di soli 23 anni chiedono che sia fatta luce sull'intera vicenda. Per loro ci sarebbero infatti delle responsabilità mediche. La domanda è: “Fu veramente fatto l'impossibile per salvarle la vita?”. Al quesito può rispondere, forse, solo il percorso terapeutico intrapreso.

Dalla richiesta di opposizione all'archiviazione emergerebbe che la giovane non si presentò per due volte alle visite prenotate nella struttura ospedaliera. I medici decisero inoltre, dopo aver scoperto la presenza di metastasi, di iniziare la cura con un trattamento chemioterapeutico preventivo. Ciò permise, almeno inizialmente di arrestare, l'evolversi della massa tumorale. A quel punto la giovane venne sottoposta a un intervento chirurgico con la speranza di asportare la massa tumorale. Purtroppo al momento dell'induzione dell'anestesia si verificò un processo infettivo con conseguente arresto cardiaco.

La ragazza morì in sala operatoria senza che nessuno potesse più far niente. Il giudice nei prossimi giorni si pronuncerà sulla richiesta di archiviazione, decidendo di fatto se vi furono o meno realmente delle responsabilità mediche. Le parti sono difese dai legali Marco Brusco, Francesco Falcinelli, Marzio Vaccari e Gianluca Cavalieri


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