Cronaca

Come cambiano le terapie nella cura dei tumori: esperti a "lezione" all'ospedale di Perugia

“L’obiettivo è quello di garantire l’assistenza migliore al maggior numero di pazienti grazie alla appropriatezza delle terapie”

Conciliare la salute, sempre come bene primario, con risorse che non sono infinite. Per questo motivo è sempre più necessario scegliere, con “appropriatezza organizzativa”, la miglior cura al costo più equo. Su questa “sfida”, coniugando l’innovazione con la sostenibilità, si è incentrato l’incontro di stamani al Creo dell’Ospedale di Perugia dal titolo “Innovazione e sostenibilità nelle reti oncologiche regionali: l’esperienza della Ror Umbria”.

Il convegno, al quale ha partecipato anche l’assessore alla Sanità Luca Barberini, si è soffermato sui temi dell’innovazione farmacologica e della sua sostenibilità nell’ambito del modello organizzativo di una Rete oncologica regionale ed in particolare in quella dell’Umbria e si è rivolto ad oncologi, farmacisti ospedalieri, medici di Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica oltre che agli operatori sanitari dei reparti e servizi di oncologia. In questa situazione di criticità e difficoltà, per Barberini comunque “come Umbria continuiamo ad essere una regione con buona qualità assistenziale e con un equilibrio economico e finanziario che garantisce questa sostenibilità, ma non bisogna sederci ed andare sempre avanti”.

Di “appropriatezza” della cura come strumento di governance e come frontiera della pratica clinica ha parlato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia Emilio Duca che, aprendo il convegno, ha osservato: “L’obiettivo è quello di garantire l’assistenza migliore al maggior numero di pazienti grazie alla appropriatezza delle terapie”. Una migliore organizzazione che  può portare ad un risparmio, con la selezione dei pazienti e la distribuzione di cure a chi spettano, evitando così sprechi. 

Duca ha anche ricordato lo scenario macro nazionale, con la spesa sanitaria che è il 14,1% della spesa pubblica mentre l’1,6% del Pil viene speso per farmaci (29,4 miliardi di euro) con il 77% di questi a carico del Sistema sanitario nazionale. La spesa farmaceutica ospedaliera, infine, è il 34% di quella totale. Davanti a questo quadro, per Duca, “l’innovazione, che non sempre è efficace, non è sostenibile a costo zero e per questo è necessaria la relazione tra sostenibilità e appropriatezza”. Secondo il direttore regionale della sanità, Walter Orlandi, in una situazione di “condizioni di risorse ferme” la cosa da fare “è dare prestazioni sanitarie che producano salute”.

“Il Fondo sanitario nazionale – ha affermato – non aumenterà almeno a breve ed il sistema può entrare in crisi. Ma ci sono comunque risorse nella sanità, bisogna solo capire come spenderle meglio, perché molte spese che si fanno non aggiungono salute al cittadino”. Orlandi ha poi aggiunto che basterebbe, di queste spese, recuperarne almeno il 50%. Il direttore, riprendendo quando affermato di recente da Papa Francesco, ha inoltre invitato anche ad utilizzare “cure palliative nei malati terminali, quindi senza accanimento terapeutico”. “Quello che affrontiamo qui oggi – ha detto l’assessore Barberini – è un tema che diamo per scontato ma c’è invece bisogno di maggiore convinzione per intervenire ed investire nella sanità incrementando risorse del sistema sanitario in maniera più decisa”.  

“Se non si arriva ad una innovazione di rottura – ha proseguito Orlandi – è difficile mantenere sostenibile questo sistema sanitario”. Ed in questo senso per Orlandi “è fondamentale costruire dei gruppi multidisciplinari oncologici per affrontare ogni tipo di patologia in maniera più efficacie senza lasciare tutto solo alla buona volontà dei singoli operatori”. Sull’aspetto delle reti “che funzionano solo se si fa squadra” è intervenuto anche l’assessore Barberini, il quale ha inviato tutti i professionisti della sanità “a dialogare di più e a collaborare meglio”.

L’appropriatezza prescrittiva diventa quindi un elemento fondamentale delle scelte operate dagli oncologi, anche alla luce dei costi continuamente crescenti. A seguire infine, alcuni esperti della sanità regionale hanno parlato durante il convegno anche dei progressi degli ultimi dieci anni nella terapia dei tumori che sono cresciuti in misura esponenziale grazie alle nuove  tecniche diagnostiche, una chirurgia sempre meno invasiva, una radioterapia sempre più mirata e all’uso di farmaci innovativi, frutto di una ricerca che ha permesso l’impiego di nuovi farmaci a bersaglio molecolare  e  grazie anche all’immunoterapia.


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