Cronaca

Pd, Civati il rosso a Perugia: "Votare a marzo, alleanza con Sel e niente F45"

Incontro al Melies Pippo Civati, in corsa per la segreteria del Pd contro Matteo Renzi e Gianni Cuperlo. Era presente oggi, 27 novembre, davanti a un'attenta folla di giovani. "Compagno" fedele di questa tappa perugina Jacopo Fo

Ad abbattere ogni previsione è quella sala piena del Melies in via della Viola, oggi 27 novembre. Perché Pippo Civati nella realtà dei fatti piace. Anzi no, Pippo Civati piace e piace ai giovani. Il candidato alla segreteria del Pd, in corsa contro Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, con quel suo nome che non appare quasi mai sulle testate giornalistica, ha l’aria irreverente, quell’autoironia e quella “fame” politica che ricorda un po’ il vecchio Pci. Quel Pci di gente che scendeva in piazza e teneva comizi sulle grandi, ma altrettanto consistenti problematiche, che poi non sono tanto diverse da quelle attuali. Unica differenza è l’utilizzo smodato dei social network che, guarda caso, l’aspirante segretario dopo la sua scesa in piazza con la bandiera dell’Ulivo ha praticamente abolito.

E quale compagno migliore per lui in questa tappa perugina se non Jacopo Fo? Lo stesso Jacopo Fo figlio di un premio Nobel della letteratura, fondatore di Alcatraz, ecologista per professione e intellettuale ereditario. Il microfono passa prima sulle mani di uno e poi sulle mani dell’altro. Non tutto è condiviso, ma tutto viene sostanzialmente difeso: il diritto all’istruzione, al lavoro, a una politica senza sprechi. Viene sostanzialmente difeso quel diritto che i giovani presenti in sala chiamano a gran voce: “Il diritto al cambiamento per questa Italia”.

“Io vinco, sembra strano, ma diventerò segretario del Pd”. Un esordio un po’ bizzarro per Civati che però ci crede veramente a questa vittoria, nonostante “i giornali di Civati non parlino mai e sembrino dei veri e propri renzini per dirla alla Crozza. Io ci credo anche perchè gli altri non propongono niente di significativo. Sarà uno choc il dibattito di venerdì sera su Sky con tutti gli altri candidati: poi gli elettori la prossima settimana avranno molti motivi per cambiare idea.  

Non ha paura Civati di sferrare colpi contro gli sprechi parlando da uomo di sinistra:  abolire gli F35, le navi da guerra, le super pensioni, le spese di “Palazzo” e così via dicendo. Lui “vuole un’Italia diversa”. Vuole, a suo dire “un’Italia capace di guardare verso l’Europa, ma anche di affrontare la Russia non avendo paura che venga chiuso il rubinetto del gas, perché la Russia, parliamoci chiaro, quei diritti umani proprio non li rispetta”.

Ammette anche che se sarà segretario vuole l'abolizione del Porcellum con il ritorno al sistema elettorale il Mattarellum (collegi uninominali e quota proporzionale) e poi subito a votare entro l'estate mettendo fine al Governo Letta: "non è colpa sua se si è fatto poco ma di questa strana alleanza" 

Risponde alle domande dei ragazzi e parla di Sel, “di quel partito allontanato a causa di quella alleanza con Berlusconi che proprio non ci doveva essere”. Anche “il madornale errore Tav” non viene tralasciato. Poi entra in scena il teatrale Jacopo Fo: “Dobbiamo partire dalle bugie. In Italia ogni anno vengono buttati dalla finestra ben 500 miliardi di euro in evasione fiscale, in energia che non ha senso e anche le associazioni mafiose fanno la loro parte. Insomma guardiamo in faccia e diciamolo per favore, il meccanismo va male, perché lo si vuole far andare male”. La platea si infervora. Gli applausi piovono senza pietà. “A scuola vi insegnano cose di 30 anni fa, ma perché non vi rivoltate?”. Nessuno sguardo di compassione, ma semmai di “odio”. Lo stesso che si usa per chi non si ribella a un’ingiustizia palesata.

Ed è proprio Fo a chiudere l’intervento: “Io con Renzi ci sono stato a cena, prima che non fosse nessuno. Iniziammo a parlare, a un certo punto si alzò di scatto dalla sedia e corse via insultandomi, mi girai verso il mio amico chiedendogli chi fosse il matto che aveva portato con lui. Mi rispose che sarebbe stato il nuovo sindaco di Firenze e io dissi: ‘Siete messi proprio male allora’”.


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