Cronaca

Pensione negata per il permesso di soggiorno di lungo periodo: Inps condannata a pagare gli arretrati agli eredi

La donna, deceduta durante il processo, aveva tutti i requisiti per l'assegno sociale, ma le era stato negato per un cavillo

Il Tribunale del lavoro di Spoleto ha riconosciuto il diritto all’assegno sociale a una cittadina albanese, madre di cittadini italiani, quindi titolare di carta di soggiorno di lungo periodo, ma siccome la donna nel frattempo è deceduta, ordina all’Inps di pagare gli arretrati agli eredi.

La donna aveva presentato un’azione civile, tramite l’avvocato Francesco Di Pietro, contestando all’Inps di averle negato “il beneficio in quanto la ricorrente non era titolare di permesso Ue di lungo periodo”.

La signora chiedeva al Tribunale di Spoleto di “accertare e dichiarare il carattere discriminatorio della condotta tenuta dall’Inps, consistente nell’aver negato alla ricorrente l’assegno sociale” in quanto era titolare di una carta di soggiorno e ricorrendo i requisiti dei 67 anni di età, della residenza legale continuativa per 10 anni in Italia e dei redditi inferiori alla soglia di legge. Domanda rigettata perché “manca del permesso di soggiorno CE di lungo periodo” e quindi non aveva diritto all’assegno sociale.

I giudici di Spoleto hanno riconosciuto che la domanda rispettava tutti i requisiti richiesti dalla legge per età, redditi, alloggio e soggiorno in Italia. Quanto al permesso, in base alle riforme e pronunce, la donna aveva acquisito lo specifico titolo a permanere in Italia, tanto più che i figli erano nati qui e sono cittadini italiani. Ne consegue “il diritto dei ricorrenti, eredi dell’originaria ricorrente, alla corresponsione pro quota dell’assegno sociale”, con condanna dell’Inps “al pagamento, in favore della parte ricorrente, dell’assegno sociale con decorrenza dal 1° giorno del mese successivo a quello della presentazione della domanda amministrativa, oltre interessi come per legge”.


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