Cronaca

Cattedrale San Lorenzo, veglia di preghiera per la Pace in Ucraina. Vescovo: "Il lupo della guerra può essere addomesticato, ma non con la violenza"”

Una cattedrale, quella di San Lorenzo di Perugia, completamente gremita e piena di giovani che hanno accolto l’invito del Charis, il Rinnovamento carismatico cattolico, a partecipare alla Veglia di preghiera per la pace in Ucraina e in tutte le aree del mondo in guerra. Una veglia che a Perugia è iniziata con la celebrazione della messa, seguita dall’adorazione eucaristica meditata e conclusa con la supplica davanti all’icona della venerata Madonna delle Grazie. «È bello ed è doveroso pregare per la pace»: con queste parole l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis ha salutato i numerosi fedeli presenti in Cattedrale. 

Conseguenze anche a Perugia 
«Oltre che sulle popolazioni stremate dalla violenza e dalla morte - ha ricordato mons. Maffeis all’omelia - , la mancanza di pace sta portando le sue conseguenze su tutti, anche sulla nostra comunità diocesana, in termini di preoccupazione, di tensioni sociali, di impoverimento, di crisi alimentare con prezzi e logiche speculative che a tanti rendono difficile se non impossibile l’accesso a beni primari».

La forza non costruisce la pace
«Questa sera, in comunione con tante altre Comunità che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Rinnovamento carismatico cattolico - ha proseguito l’arcivescovo - , ci ritroviamo in preghiera. Con San Francesco siamo animati dalla speranza che - come diceva ieri (il 4 ottobre, n.d.r.) il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI – “il lupo terribile della guerra possa essere addomesticato”. La via per farlo non passa dalla violenza, che non risolve mai i conflitti: anche quando un atto di forza può essere necessario come forma di difesa, non è con la forza che si costruisce la pace. La pace vive  di rispetto dei diritti dei popoli, della giustizia e della dignità umana. Vive di stima e accoglienza reciproca, di rapporti fraterni e solidali. Vive di fiducia in Dio, che in Cristo ci ha perdonati e riconciliati».

Alla sorgente della preghiera 
«Questa fiducia - ha commentato mons. Maffeis, avviandosi alla conclusione dell’omelia - è alimentata alla sorgente della preghiera. Una preghiera che, con le parole di Gesù, nasce dalla scoperta della paternità di Dio e invoca l’avvento del suo Regno, ossia del suo disegno sul mondo, sull’umanità. Questo Regno è già presente: in ogni atto di amore, di servizio, di gratuità di cui si nutre la vita di ciascuno».


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