Cronaca

PERUGINERIE | È Natale. Riflessioni di lingua e antropologia perugina legate al Bambinello... con un aneddoto del contado

È Natale. Propongo ai lettori qualche riflessione di lingua e antropologia perugina, legata alla ricorrenza e alla figura del Bambinello. Il verbo BAMBINÀ significa “spostare un oggetto senza sollevarlo, ma mantenendolo in posizione verticale”, per faticare di meno. L’atto si poteva compiere con un oggetto pesante o con una grossa traversa di legno. Il termine BAMBINO non indica il ragazzino piccolo, ma si riferisce a Gesù. I doni di Babbo Natale si dicevano portati dal BAMBINO. Ho sentito con le mie orecchie questa frase detta da un nonno a un nipotino discolo: “ÈSSI (imperativo del verbo essere per “sii”, ndr.) BONO, COCCO, SINNÒ L BAMBINO N TE PORTA GNÈNTE!”.

L’espressione FA L BAMBINO significa “preparare doni per i più piccoli”. Un’interiezione, volta ad indicare un’intenzione irremovibile nel non fare qualcosa, suona MANC SI VIEN GIÙ L BAMBINO! (alternativa a MANC SI VIEN GIÙ CRISTO! o anche al più laico MANC A PEZZI!) per designare un evento altamente improbabile. L’espressione GI A BAGIÀ L BAMBINO vale “cadere per terra”. 

UN ANEDDOTO STORICO. Si ricorda un aneddoto legato alla battuta di un prete del contado perugino. Questi i fatti. Un tempo era prassi comune, al termine della messa di mezzanotte, mettersi in fila per inginocchiarsi e baciare i piedi del Bambino Gesù (atto oggi inimmaginabile, in tempi di pandemia). Il prete, in qualche caso, passava una pezza sopra il punto sul quale il fedele aveva appoggiato le labbra.

Vista la folla che si accalcava, con qualche spinta per la precedenza, il sacerdote esclamò (in puro dialetto perugino!) FACETE PIÈNO CH’È DE COCCIO! (riferendosi alla materia di cui era costituita la sacra icona). Accadde che qualcuno, spinto da dietro, precipitò addosso al prete cui sfuggì di mano il Bambino che cadde a terra andando in frantumi. La battuta del prete non è riferibile in questo contesto. Posso solo aggiungere che espresse in modo “vivace” il proprio disappunto.


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