Cronaca

ESCLUSIVA Porta Pesa e la sala scommesse: "Ma quale mafia e riciclaggio, ora parleranno le denunce"

Intervista esclusiva al giovane imprenditore che ha aperto la sala scommesse allo slargo della Pesa

“PerugiaToday è stata l’unica fonte d’informazione corretta, nel senso che ha esaminato la questione senza pregiudizi. Ed è col vostro giornale che intendo confrontarmi. Mi sono negato a quanti hanno strumentalizzato e raccontato i fatti in modo distorto”. Questo l’inizio di una franca interlocuzione col giovane imprenditore che ha aperto la sala scommesse allo slargo della Pesa. Esordisce dicendo: “Sono un giovane imprenditore del settore, faccio questo lavoro da anni, nel pieno rispetto delle normative vigenti e nella più trasparente legalità, con vari esercizi attivi, sparsi nel territorio nazionale”.

Aggiunge: “Nel momento in cui ho deciso di sviluppare la mia attività a Perugia, il primo passo è stato quello di informarmi se la normativa lo consentisse. Una volta appurato che non esistevano vincoli di sorta, ho proceduto nel rispetto più assoluto della legge, che prevede il possesso e il controllo di determinati requisiti”.

Quali i passi?

“Nello specifico, ho incaricato un'agenzia immobiliare di trovare un locale che rispondesse  alle mie esigenze. Quella alla Pesa non è stata quindi una  collocazione che escludesse la presenza di eventuali scuole, proprio perché – per questo tipo di esercizio – la normativa non lo richiedeva. Non capisco, pertanto, questo accanimento mediatico, non riesco ad individuare una qualsivoglia ‘colpa’ da parte mia”.

Poi una precisazione: “Resto sorpreso anche del fatto che attività analoghe esistono da anni in quella zona: da ciò che ho sentito, bar e tabacchi hanno istallati al loro interno apparecchi ‘comma 6’, conosciuti ai più come slot, che, anche prima della modifica, a quanto si dice, andavano a violare il preesistente regolamento. Per non parlare di attività identiche alla mia che sono collocate in altre zone della città, vicine a scuole e luoghi di culto, ma che non hanno suscitato analoghe reazioni”. 

La rabbia: “Nei giorni scorsi ho  sentito l'intervento in tv di un politico locale che non intendo nominare. A suo dire,  vive in quella zona e mi chiedo come mai non abbia dato la stessa importanza anche a queste realtà esistenti da tempo, invece di gridare allo scandalo oggi”.

Insomma, lei sarebbe stato demonizzato?

“Mi sembra che ci sia molta strumentalizzazione in questa storia. Ho sentito gente parlare di ludopatia, senza aver la benché minima cognizione di cosa sia un Gap (giocatori d'azzardo patologici). Ma, trattandosi di un argomento delicato che poco calza con questa situazione, lascerei l’argomento ad esperti del settore: è di una settimana fa un articolo scritto da Crepet, noto psichiatra, sicuramente più accreditato di quanti parlano a vanvera”

E le accuse di reati?

“Parleremo con le denunce. Si è anche fatto cenno al reato  di riciclaggio, facendo intendere che queste attività vengano da noi gestite in maniera losca. Si è parlato di "escamotage" per "aggirare" furbescamente la normativa. Ci si accusa di aver chiesto l'apertura non di una sala giochi, ma di un centro scommesse, pur di aprire. Ma quale illiceità è ravvisabile nel chiedere delle autorizzazioni per un esercizio che la normativa vigente consente di aprire?”. 

Intende fare altre precisazioni?

“Sono state chieste le autorizzazioni per l'attività che si doveva andare ad intraprendere, perché la legge e i regolamenti lo permettevano. Per cosa si sarebbero dovute chiedere le autorizzazioni: per una pasticceria? Quando la nostra attività ha un codice Ateco (codice indicante l’attività economica svolta, ndr) ben definito? L’autorizzazione da parte dei monopoli e della questura cita testualmente: "autorizza alla raccolta delle scommesse", non certo ad aprire una sala giochi”.

Avete dunque subito dei torti?

“Certamente! Si invitano poi, da parte degli stessi contestatori, (in modo subdolo e palesemente in contraddizione contro ogni principio di legalità e di diritto), le istituzioni ad effettuare controlli incessanti "per rendere la vita difficile, perché i gestori devono capire che quello non è il luogo adatto". Ma cosa significa!?” 

Dunque, è assolutamente da escludere qualsiasi rapporto con mafie e attività criminose?

“La domanda mi offende. Sono stati fatti anche riferimenti e collegamenti con la mafia, paragonando questa vicenda con una storia  che ha segnato il nostro Paese, a soldi sporchi e riciclati. Ma  di questo ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità nelle sedi opportune”.

Insomma, solo bugie? E querele pronte?

“La cosa più curiosa è che si è cercato, fin dall'inizio, di andare contro questa apertura: dapprima dicendo che stava aprendo una sala videolottery di due piani, poi declassata a sala slot, fino al ridimensionato ‘centro scommesse’”.

E la questione dei minori?

“Vorrei ricordare che il target di clientela a cui si offrono i servizi è un’utenza maggiorenne, e che al minore non è consentito l’accesso nei locali, neppure se accompagnato da un adulto. A differenza dei bar e i tabacchi, dove il minore entra a comprare le caramelle ed assiste passivamente alla visione degli adulti che giocano slot, gratta e vinci, lotto istantaneo, lotterie varie”.

La parola, dunque, alle carte bollate e al giudice, che dovrà stabilire se e chi ha sbagliato.


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