Cronaca

Primo sì per le iscrizioni al nido e alla materna solo se vaccinati, l'esperto: "Calo delle vaccinazioni: rischio per tutti"

La proposta del consigliere Tracchegiani ottiene il primo voto favorevole in commissione. Obiettivo: renderla esecutiva dal 2017. I dati della dottoressa Ciani della Asl: "Non ci sono rischi"

Si va verso un "sì" facile, facile anche in Consiglio comunale a Perugia per la proposta di iscrivere bimbi al nido e alla materna solo se hanno effettuato le vaccinazioni obbligatorie. Il primo via libera è arrivato dalla commissione che ha elogiato la proposta del consigliere comunale di Forza Italia, Tracchegiani. 

"La vaccinazione obbligatoria per l’accesso agli asili - come ha spiegato Tracchegiani - è importante perché in questo momento storico, anche in Umbria, si registra una forte diminuzione delle vaccinazioni obbligatorie, dovuta spesso a non corrette o sufficienti informazioni. In questo modo, tuttavia, i non vaccinati rischiano di esporsi ad una maggiore possibilità di contrarre le malattie, trasmettendole anche ad altri".

Con l’ordine del giorno, dunque, si propone che il Comune, al fine di consentire l’iscrizione dei bambini alle scuole materne e dell’infanzia, richieda ai genitori la certificazione dell’avvenuta vaccinazione. Ciò permetterà di ottenere risultati significativi realizzando la copertura piena della popolazione giovanile. Oltre alle vaccinazioni per Polio, Tetano, Difterite e Epatite B, nella proposta si vorrebbe di rendere obbligatoria anche quella al meningococco, dati i recenti casi di focolaio in Toscana. Ma questo aspetto è di competenza della Regione: al momento il vaccino è a pagamento e costa quasi 200 euro. L'obiettivo della maggioranza è quello di rendere effettivo questo provvedimento per le iscrizioni a partire dal 1 gennaio 2017. 

In commissione è stata ascoltata anche Carla Ciani della Asl che ha riferito sui dati delle ultime vaccinazioni: "La situazione dell’Umbria è buona, ma a partire dal 2012 si è assistito ad una progressiva riduzione delle vaccinazioni, tanto che per il 2016 la copertura (calcolata sui 24 mesi del bambino, ovvero a partire da quelli nati nel 2014) è arrivata al 93,78%, un dato preoccupante se si pensa che è stato provato che “il virus non frequenta la collettività laddove c’è un 95% di soggetti immuni”.

La dottoressa Ciani ha anche rassicurato rispetto all’infondatezza delle notizie di qualche tempo fa sulla connessione tra vaccinazione e autismo, apparse in una rivista medica e subito rilanciate dalla stampa, poi confutate da numerosi studi scientifici. Le vaccinazioni pur essendo obbligatorie da moltissimi anni, ma non c’è più l’obbligo per l’iscrizione a scuola, mentre è stato introdotto il cd “dissenso informato” da parte dei genitori che intendono non vaccinare i propri figli. 

Il problema, a suo avviso, è che nella nostra società non si ha la percezione dei danni che tali malattie possono creare, poiché ancora stiamo beneficiando dell’”immunità di gregge” del passato. Piuttosto, in rete, si trovano molte informazioni non corrette o complete sulle quali spesso gli stessi genitori si formano l’opinione.


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