Cronaca

Giornalista allontanato dal Questore di Perugia. Ma cronisti e poliziotti non stavano dalla stessa parte? E la Costituzione afferma...

Una volta chiesto all'allontanamento dalla Questura del cronista durante conferenza stampa, anche gli altri giornalisti hanno deciso di abbandonare la Questura. Ecco come è andata. Ora si deve ricucire per il bene di tutti

Il Questore Francesco Messina

Non è una questione di schierarsi oppure no. Non è una difesa in nome di una categoria, quella dei giornalisti, ormai ridotta ai minimi termini, e soprattutto non è un attacco alla Polizia di Stato di cui siamo e saremo orgogliosi sempre, a cui riconosciamo di aver invertito la rotta in fatto di sicurezza a Perugia battendo l'antico strapotere dei clan stranieri dello spaccio. Ma non possiamo tollerare che un giornalista, Enzo Beretta, possa essere allontanato durante una conferenza stampa o peggio ancora "congelato" dai futuri incontri in Questura dal Questore Messina.

I suoi articoli possono piacere oppure no. Può essere querelato oppure no. Ma non può essere cacciato per due semplici motivi. Il primo: come scritto dall'ordine dei giornalisti e dal sindacato in una nota di condanna per l'accaduto il funzionario Questore viola l'articolo 21 della Costituzione che ai primi due commi recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". 

Secondo aspetto: la Questura è la casa di tutti, è una delle case della sicurezza del nostro territorio, non è proprietà di qualcuno ma dello Stato Italiano. Non entro nel merito del motivo del contendere - un articolo che risale al luglio scorso - mi limito a ribadire la ricostruzione dell'Ordine dei Giornalisi: "Al momento di avviare l'incontro lo stesso questore, per motivi non meglio chiariti e che comunque non modificano i contorni della vicenda, ha invitato il giornalista ad allontanarsi, palesando quindi, con parole e con gesti, la propria intenzione di non averlo tra i cronisti presenti nella sala utilizzata per la conferenza-stampa". Andando alla conclusione: il Questore Messina è un poliziotto vero, uno che si è guadagnato sul campo tutti i gradi, in piazze di mafia o difficili come Milano. Su questo non si discute. Enzo è un giornalista di 40 anni che fa questo lavoro per passione, per amore di informare e non certo per diventare ricco - i bei tempi sono andati... -. Insomma due uomini perbene e tutti dediti alla propria professione e alla propria missione.

E tra uomini perbene dopo la sfuriata si va a cena insieme, si chiarisce, si pianifica il futuro, ci si dà la mano. Si ricomincia. Magari non si diventerà mai amici veramente, ma convivere si può e si deve. Giornalisti e poliziotti stanno dalla stessa parte. Questore, questo, lei lo ha ribadito mille volte. Allora ricominciamo? In attesa sappia che noi stiamo con Enzo. Buon lavoro.


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