Cronaca

Umbertide, "Ekso": il robot che fa camminare disabili al Prosperius Tiberino

Il robot indossabile Ekso, della società americana "California Ekso Bionics" è stato già testato su soggetti con lesioni spinali gravi, con ottimi risultati

Ad Umbertide è già stato testato su pazienti affetti da lesioni midollari gravi, con ottimi risultati, l’esoscheletro “Ekso” della società americana “California Ekso Bionics”, di recente acquisizione dell’area robotica dell’istituto Prosperius Tiberino.

Ad ufficializzare, mercoledì 23 maggio, l’arrivo del nuovo dispositivo medico all’interno del centro di riabilitazione umbertidese sono stati Mario Bigazzi, amministratore delegato dell’istituto Prosperius Tiberino, Marco Caserio e Paolo Milia, rispettivamente direttore sanitario e responsabile area neurologica dell’istituto, con un incontro a cui hanno preso parte Franco Tomassoni, assessore alla sanità della Regione Umbria, Renée Maschke, responsabile della struttura complessa dell’Unità spinale unipolare dell’azienda ospedaliera di Perugia, e Giampiero Giulietti, sindaco di Umbertide.

“Si tratta – ha commentato Mario Bigazzi – della realizzazione di un progetto che è partito cinque anni fa. Il traguardo massimo, per noi, sarà quello di dotare i pazienti di un apparecchio individuale, che potranno utilizzare nella loro vita e non solo in un ambiente ospedaliero. Prendere una cosa dall’armadio o alzarsi da una sedia sono piccoli gesti quotidiani, che rappresentano una perdita enorme per il paziente e di cui potrà riappropriarsi. Il nostro obiettivo è quello di ridare a queste persone una vita sociale, attraverso la ripresa del lavoro o dello studio”.

Primo partner europeo e italiano della società americana, l’istituto umbertidese, che nei mesi scorsi aveva già aperto le porte alla dimostrazione del funzionamento dell’apparecchio, ha dato il via al periodo di sperimentazione, durante il quale l’esoscheletro, un vero e proprio robot esterno capace di allungarsi fino a raggiungere un’altezza di 190 centimetri e di sostenere un peso di 100 chilogrammi, viene indossato da diversi pazienti con lesioni spinali costretti sulla sedia a rotelle.

“Attualmente – ha precisato Marco Caserio – abbiamo testato alcuni pazienti con lesione midollare, completa o incompleta, che non avevano mai fatto uso di apparecchiature robotiche, e devo dire che tutti hanno risposto bene al trattamento. Chiaramente a monte della scelta del soggetto, c’è una griglia di valutazione che contiene criteri clinici di inserimento e di non inserimento, che il paziente deve soddisfare per risultare idoneo all’utilizzo”.

I pazienti sono assistiti da uno staff composto da quattro fisioterapisti del centro, coadiuvato da alcuni membri della “California Ekso Bionics”, tra cui Andy Hayes, responsabile europeo della società americana. L’apparecchio è composto da quattro motori elettrici, localizzati sulle anche e le ginocchia, quindici sensori, oltre a un sistema computerizzato che si trova sulla schiena, per una capacità di resistenza di circa tre ore, e da due stampelle intelligenti, che consentono al paziente di muoversi autonomamente.

“Stiamo testando l’apparecchio sui cosiddetti ‘test pilot’ – ha continuato Paolo Milia -, cioè pazienti neurologici con lesioni spinali presenti all’interno della nostra struttura e nella stessa unità spinale dell’azienda ospedaliera di  Perugia, con cui abbiamo iniziato un percorso di comune accordo per il cammino riabilitativo del paziente”. L’assessore regionale alla sanità si è detto soddisfatto dal sorriso e dall’emozione che questi pazienti provano nel riprendere le attività motorie e la posizione eretta.

“L’esoscheletro – ha detto Franco Tomassoni – servirà a migliorare, prima di tutto, la qualità della vita dei pazienti e quindi l’offerta qualitativa del sistema sanitario regionale. Un ulteriore taglio di un miliardo e mezzo del fondo sanitario nazionale per il 2012, tuttavia, non aiuterà la sanità ad assicurare la qualità dei servizi”.

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