Scompare Lucio Manna, maestro di grafica e d’ironia. Era profondamente innamorato della Vetusta
Aveva cominciato ad esprimersi con la matita fin da bambino. Anche sul lavoro, durante le interminabili e tediose riunioni era solito scarabocchiare ed effigiare i presenti in forma d’animali
Scompare Lucio Manna, maestro di grafica e d’ironia. Era civis inquilinus urbis Perusiae, ma veramente innamorato della Vetusta, tra le cui mura aveva scelto di vivere anche dopo il pensionamento. Suo padre era stato sindaco socialista di Perugia negli anni difficili del dopoguerra. Lucio aveva lavorato come dirigente alla Regione dell’Umbria. Me lo fece conoscere il poeta fratticiolese Tosello Silvestri, suo collega e comune amico, che ne apprezzava grandemente le doti di raffinato umorista. Malgrado l’età che volgeva alla novantina, Lucio ogni mattina arrancava per via dei Priori e faceva il solito giro in corso Vannucci. Non senza essere passato per il negozio dell’amica ceramista Maria Antonietta Taticchi (che me ne dà notizia), sulla cui vetrina si vedevano spesso le sue grafiche di estrema eleganza (foto in pagina).
Ricorda Maria Antonietta: “Lucio è stato molto importante per l’Associazione Priori che ha convintamente affiancato in tante iniziative”. Aggiunge: “Come non ricordare la straordinaria iniziativa sui Pinguini che marcò il nostro Natale Sottozero? Ci stimolò con disegni, scritti spiritosi, idee fulminanti che arrivavano dritte al nodo del problema”. “Era solito prendere spunto da un sogno (I have a dream, alla Martin Luther King) che diventava occasione di critica politica, sociale e spunto per iniziative originali e mirate”. Lucio era solito commentare i fatti del giorno a modo suo, con tratti sofisticati e densi di umanità: si trattasse della mancata inaugurazione della scala mobile del Pellini e di altre questioni cittadine.
Ne feci conoscenza durante una mostra, molti anni fa, apprezzandone le doti artistiche e umane. Gli feci una recensione entusiasta. In risposta, come ringraziamento,
Fra i tanti disegni sul covid, virus e mascherine, un giorno, quando ha cominciato a sentirsi male – racconta Maria Antonietta – ha detto: “Sta a vedere che mi ricade addosso!”. E mai previsione fu più azzeccata. Se n’è andato a passo felpato, una settimana dopo la sua Carmen, ricoverata in stanza con lui. Insieme, sino all’ultimo giorno. Li rivedo sulla panchina di via dei Priori guardare divertiti la gente che passava, cogliendo lacerti di umanità. Mi piace immaginarti, caro Lucio, di spalle, col tuo bastone, incamminarti – come Chaplin – verso un traguardo lontano e incerto. Senza disperazione, anzi con ottimismo. Per mano con la tua Carmen. Ancora una volta. Verso dove, verso dove…