Cronaca

Umbria Mobilità, il Cda si è dimesso: ora il Piano e il prestito delle banche

L'assemblea dei soci di Umbria Mobilità ha accettato le dimissioni concordate del presidente Moriconi e del Cda. Nessun elemento esterno al comando, ma solo i tecnici delle istituzioni

I soci di Umbria Mobilità hanno accettato le dimissioni concordate del presidente Moriconi e di tutti i membri del Cda nel corso dell'assemblea dei soci. Una scelta, considerata senza traumi e programmata, che porterà ora  a traghettare la difficile situazione economica direttamente i vertici "tecnici"di Regione, Provincia, Comune di Perugia, Terni e Spoleto.

Obiettivo: recuperare entro novembre i 25 milioni di euro di anticipazione della ricapitalizzazione che le banche, dopo determinate garanzie, dovrebbero erogare. C'è un clima di ottimismo a riguardo della decisione degli istituti di credito. Nel corso dell'assemblea è stata anche certificata la liquidità necessaria per pagare gli stipendi di ottobre nei prossimi giorni.  

L'assemblea dei soci futura - prevista per il 13 novembre prossimo - dovrà varare un piano di spending review forte e convincente (per le banche) come già emerso direttamente dalla relazione finanziaria degli advisor. Nella bozza del piano ci sono quattro punti da mettere in pratica: il primo, tagli ai costi interni anche di natura manageriali; secondo punto, riorganizzazione della pianta organica con un brusco freno su dirigenti e turn over per i dipendenti.

E ancora: terzo punto, nel 2013 i contratti di servizio che consentono ai comuni di avere dei mezzi pubblici al servizio dei cittadini non potranno avere gli stessi prezzi dello scorso contratto. Ci sarà un aumento a secondo delle linee approvate. Quarto punto: unificazione su tutto il territorio regionale del prezzo del biglietto. Il che farebbe prevedere - ma non c'è un deliberato specifico - una tariffa di 1,50 euro già in vigore a Perugia e su altre piazze umbre. Si dovranno valutare anche i cosiddetti chilometri di servizio improduttivi: ovvero  le linee marginali che hanno una limitata clientela. Sul versante del socio privato non ci sarebbero novità: prima bisogna capire chi e quanti soci pubblici rinunceranno alla ricapitalizzazione e se e quando le banche daranno il sostegno economico all'azienda.

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