Cronaca

Sentenza esemplare per uno stupratore che prese di mira la giovane cugina: quasi 10 anni di carcere

Nove anni e mezzo di carcere per l'imputato che nel luglio del 2010 violentò e picchiò a sangue la cugina

Se l'orrore di una violenza subita non si vede più nel corpo, rimane nell'anima. Difficile dimenticare un'aggressione, uno stupro, una violenza, ancor più se l’autore è un parente, un amico fidato, un compagno. E' quello che nel lontano 2010 segnò per sempre la vita di una donna - oggi 50enne - abusata dal cugino e pestata di botte. Arrivò in ospedale con il volto tumefatto, con ecchimosi su varie parti del corpo e fratture alle costole. La prognosi sarà superiore a 40 giorni. 

Oggi per l’aggressore è arrivata la condanna. Il primo collegio, presieduto da Gaetano Mautone (a latere giudici Noviello e Pazzaglia) ha condannato l’imputato a nove anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale e lesioni personali, mentre il pm Giuseppe Petrazzini aveva chiesto una condanna a otto anni.

I fatti risalgono al 17 luglio del 2010. La donna si incontrò con il cugino all'interno del suo casolare sulle sponde del Trasimeno, e proprio quella casa isolata è stato teatro della brutale aggressione sessuale. Approfittando del rapporto di fiducia e di parentela che li univa, l'avrebbe invitata con una scusa banale, per poi violentarla. Non contentò però, si sarebbe accanito sulla cugina massacrandola con calci e pugni. Cacciata di casa, ferita e costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso. La vittima - difesa dall'avvocato Laura Modena del foro di Perugia - confermò  nel corso delle scorse udienze davanti ai giudici il racconto di quel pomeriggio da incubo, come raccolto nel corso di una lunga deposizione fatta nel 2013. Oggi, a distanza di cinque anni (il rinvio a giudizio risale al 2011) "è stata fatta giustizia" - come commenta l'avvocato di parte civile. 

L'imputato (difeso dall'avvocato Ilaria Iannacci), già con precedenti alle spalle, si trova attualmente in carcere per un altro caso di violenza sessuale e per il quale il pm Michele Adragna ha chiesto il giudizio immediato. Intanto, oltre alla condanna di nove e mezzo in primo grado, dovrà risarcire la vittima con una provvisionale di 50mila euro. 


Si parla di