Saperi&Sapori - La ricetta di chef Radicchia e Stefanelli: Carrè di cervo rosolato con polenta fritta e riduzione di Sangiovese
La ricetta proposta ai lettori di Perugiatoday dallo chef Michele Radicchia e Alessio Stefanelli del ristorante perugino Cammino Garibaldi che il prossimo 8 marzo compierà due anni di attività nel cuore del centro storico. Quarta puntata della rubrica Saperi&Sapori - con cadenza settimanale, tutti i mercoledì -. Andiamo dunque a conoscere segreti, ingredienti, curiosità, storia dei prodotti e delle nostre tradizioni... tutto questo su un piatto speciale: Carrè di cervo rosolato con polenta fritta e riduzione di Sangiovese.
Tradizione e storia:
Il cervo è un animale dalle carni rosse, considerato bestia totemica nella nostra civiltà. Una delle dodici fatiche di Ercole riguarda, appunto, la cattura della cerva di Cerinea, dotata di poteri incantatori. Il significato allegorico del cervo equivale all’importanza della costanza nell’inseguire i nostri obiettivi. Il cervo è un ruminante e si ciba di erba. Consumare la carne di cervo è un’abitudine che ha origini antichissime, diffusa in tutti i paesi nordici del mondo. La carne di cervo fa parte della cacciagione o selvaggina, tra cui rientrano le carni scure ovvero più rubine del comune manzo. Sono carni dalla consistenza tenace, a cui spetta un periodo di frollatura in regime di freddo e una marinatura prima della cottura. La carne di cervo è povera di grassi e ricca di proteine.
La polenta è un’antichissima pietanza di origine italiana a base di mais. La polenta viene prodotta cuocendo a lungo un ammasso semiliquido costituito da acqua e farina, solitamente semola. Il termine polenta deriva dal latino puls: prima della scoperta delle Americhe veniva prodotta con altri cereali. A cavallo tra il 1700 e il 1800 era un alimento molto economico, alla base dell’alimentazione delle zone rurali di tutta la penisola: a volte la polenta era l’unico cibo disponibile.
Erbolario e credenze magiche
Issopo. È un’erba solare, dal greco hyssopos, di origine ebrea o, meglio, siriaca. Anticamente usata nei rituali di purificazione di grave entità, l’issopo si bruciava per preparare l’acqua lustrale. Il fiore dell’issopo ha moltissime proprietà magiche e simboleggia l’umiltà. Gli ebrei la consideravano un’erba santa e la diffusione delle sue proprietà è dovuto anche alla sua menzione nella Bibbia. Gli antichi romani usavano l’issopo per difendersi dalla contaminazione dei morbi e per la depurazione di chiese, case e lebbrosari: questa usanza proseguì nel medioevo, spargendo sul pavimento anche il timo e il rosmarino per tenere lontano le malattie contagiose e i mali insidiosi.
Una delle prime ricette arrivate sino a noi con l’impiego dell’issopo era quella usata dal tribunale dell’Inquisizione per obbligare una donna accusata di eresia o stregoneria a confessare. L’issopo serviva a leggere il futuro secondo la cabbala caldea: dopo aver mescolato oltre all’erba diversi ingredienti, il rituale prevedeva la pronuncia della formula magi faciunt miracula per privatos contractos per acquisire facoltà di veggenza.
Consolida - Usata dagli esseri umani da millenni è diventata impopolare per la possibilità di causare danni al fegato se assunta in quantità esagerate. La consolida aiuta a ridurre infiammazioni, crampi, dolori muscolari e nevralgie, grazie alla sua azione astringente che aiuta il rilassamento: accelera inoltre la guarigione delle ferite superficiali ed è efficace in caso di screpolature, prurito e infiammazioni del cavo orale. La consolida è nota come erba di San Lorenzo ed è una delle piante che ha scatenato l’apocalisse biblico.
IL VINO CONSIGLIATO : Cruel Igt Toscana Bianco - Vino Biologico - Cantina Itar 60-90. Gradazione: 14% (Trebbiano-Malvasia-Chardonnay)