Economia

Capodanno, le eccellenze dell'Umbria a tavola: cinque birre umbre da stappare

Non esiste solo lo spumante. Perché non festeggiare Capodanno con una bottiglia di birra rigorosamente Made in Umbria

Non esiste solo lo spumante. Perché non festeggiare Capodanno con una bottiglia di birra rigorosamente Made in Umbria, dalla qualità eccezionale e capace di dare un tocco di sapore in più al cenone e alla serata dell'ultimo dell'anno?

La risposta è qui, nelle cinque birre di cinque birrifici del Cuore Verde d'Italia. Tutte produzioni artigianali e di livello assoluto. Da Perugia a Gualdo Tadino, passando per Norcia e Assisi.

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Viziosa – Birra dell'Eremo

E’ Viziosa, ma non solo. E’ la prima birra a bassa fermentazione realizzata dal Birrificio Birra dell'Eremo.

Ecco il suo identikit: Viziosa è una birra a bassa fermentazione di stampo tedesco,  di colore rosso rubino con schiuma beige fine e molto persistente. Al naso emergono note di crosta di pane, caramello e vaniglia ed una elegante nota di cioccolato fondente. In bocca entra morbida con sentori di caramello, vaniglia e malto tostato per poi chiudere secca con una fine sensazione di cioccolato. 

Calibro 7 – Birra Perugia

La Calibro7 è un’American Pale Ale esuberante e originale, dai forti richiami agrumati e tropicali. Lo stile, la creatività della ricetta e l’importante dry hopping, che utilizza ben 7 luppoli diversi, scolpiscono una birra dal gusto anticonvenzionale e irriverente. I malti utilizzati sono il Pale Ale e il Crystal. I luppoli, invece, sono questi: Motueka, Galaxy, Citra, Mosaic, Sorachi Ace, Galena, Chinook. La Calibro 7 si è aggiudicata il premio Birra dell’Anno 2015 nella categoria American Pale Ale.

La Scorretta – Birrificio La Gramigna

La Scorretta è una Pale Ale ad alta fermentazione dal colore dorato, dalle profumate note erbacee, con sufficiente malto a supporto, che la rendono equilibrata ma beverina. L’aggiunta dei fiocchi d’orzo caratterizza la morbidezza della schiuma.

Birra non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. Si consiglia la conservazione in posizione verticale, al riparo da luce e fonti di calore. La presenza di un leggero sedimento sul fondo è indice di assoluta bontà.


Bionda – Birra Nursia

La Birra Nursia Bionda, prodotta dai monaci di Norcia, è un grande classico d'eccellenza per le tavole degli umbri. E' una birra chiara artigianale prodotta dai monaci di Norcia secondo la tradizione monastica belga. Gusto leggero, equilibrato e poco amaro, di buona persistenza.

Nella città natale di San Benedetto, situata nella ben conservata natura del paesaggio umbro, i monaci di Norcia preparano questa birra con i migliori ingredienti, seguendo l'antica tradizione monastica. Di colore oro carico con qualche riflesso aranciato e una lieve velatura, presenta una testa di schiuma bianca, fine e di buona persistenza. Naso che presenta note di pane e miele, con qualche sentore che rimanda alla scorza del limone. In bocca incarna molto bene lo stile a cui si ispira, quello delle blond ale, presentando un corpo medio e una buona carbonatazione. Ritorna la dolcezza del miele e del malto bilanciato da un tocco amaro con sbuffi citrici. 

Bianca Lancia – Birra Flea

Birra chiara dal colore giallo paglierino velato, prodotta con malto d'orzo e malto di frumenti, dal gusto fresco, leggermente acidula, molto fruttata e poco amara, schiuma compatta, cremosa e aderente. Non filtrata, non pastorizzata ad alta fermentazione e rifermentata in bottiglia.

Abbinamenti consigliati: pietanze a base di carne tendenzialmente grassa, tipo porchetta, wurstel, salumi stagionati, pesce, formaggi stagionati anche erborinati, sostituisce egregiamente il prosecco negli aperitivi.

E adesso una nota di storia: Bianca Lancia fu tra le quattro mogli di Federico II, quella che, secondo la tradizione, il sovrano amò di più. La relazione tra i due fu segreta e tormentata, ma tanto profonda e appassionata ad essere l'unica - almeno stando alle cronache e alle leggende locali - a durare lungo tutta la vita dell'imperatore. Delicata e gentile, Bianca fu in effetti durante la sfolgorante vita di Federico una presenza sempre costante e discreta. Si dice che il matrimonio avvenne soltanto alla fine della vita della donna, al fine di legittimare la posizione e l'ascesa politica del figlio nato dalla loro unione anni prima, quel re Manfredi (" biondo era e bello e di gentile aspetto" sempre secondo Dante) che fu l'ultimo splendido re svevo di Sicilia.


 


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