Economia

Chiude Grancasa, Corciano e Magione fanno fronte comune: "I licenziamenti non passino sotto silenzio"

Dai due sindaci Betti e Chiodini un appello alla Regione Umbria: "Metta al servizio di questi lavoratori i migliori strumenti possibili in termini di politiche attive del lavoro"

Corciano e Magione si stringono attorno ai trenta dipendenti colpiti dal licenziamento per la chiusura di Grancasa a fine mese. Ad esporsi e a lanciare un appello alla Regione Umbria sono direttamente i sindaci Cristian Betti - primo cittadino di Corciano dove ha sede (a Taverne) il negozio - e il suo collega magionese Giacomo Chiodini, che intervengono a tutela dei loro concittadini coinvolti loro malgrado dalla cessazione dell'attività.

"I licenziamenti e la crisi di Grancasa non passino sotto silenzio - spiegano in coro -. L'attenzione delle istituzioni e delle parti sociali rimanga alta. Il numero considerevole di dipendenti coinvolti, tutelati da un solo anno di cassa integrazione e ancora lontani dalla pensione, merita un forte impegno della Regione Umbria in termini di politiche attive del lavoro. Come sindaci di Corciano e Magione siamo al loro fianco in questo difficile epilogo per uno dei luoghi commerciali più conosciuti e apprezzati del territorio".

E poi l'appello affinché "gli oltre 30 licenziamenti del negozio di Taverne restino centrali nelle questioni sul lavoro. La situazione occupazionale in Umbria è critica - sottolineano i sindaci, che hanno incontrato i dipendenti e offerto loro la massima disponibilità e collaborazione - . A causa della pandemia il settore del commercio non alimentare vive una condizione di arretramento percepibile da tutti noi. La vicenda di Grancasa rientra in questo contesto e merita la massima attenzione. È per questo che facciamo appello alla Regione Umbria affinché metta al servizio di questi lavoratori i migliori strumenti possibili in termini di politiche attive del lavoro, anche in considerazione del solo anno di cassaintegrazione al momento riconosciuto dal Ministero dello sviluppo economico".


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