Economia

Sanità: crescono i malati di diabete, in Umbria sono il 6,3% della popolazione

La Usl umbria 1 mette in piedi un piano di riorganizzazione dei servizi per fare fronte all'incremento dei pazienti malati di diabete, in Umbria la media è superiore a quella nazionale, il 5% contro il 6,3% della popolazione regionale

Aumentano i malati di diabete e di pari passo cresce il bisogno di una riorganizzazione del sistema di assistenza e intervento e proprio partendo da numeri in crescita e programmazione che la Usl Umbria 1 ha attivato una rete aziendale per la diabetologia al fine di garantire omogeneità dei servizi, appropriatezza e migliore fruibilità delle prestazioni e continuità assistenziale in tutto il territorio aziendale. A coordinarla è Roberto Norgiolini, già responsabile da due anni del centro di diabetologia di Città di Castello.

In Italia sono circa 3 milioni le persone affette da diabete, il 5% della popolazione, e si stima passeranno a 4 milioni entro il 2020 il dato umbro è sopra la media nazionale e arriva al 6,3%, da qui il percorso di riorganizzazione dell’assistenza diabetologica avviato dalla Usl Umbria 1 che si propone di affrontare in modo efficace, nel più vasto territorio della nuova Azienda sanitaria, le problematiche correlate al progressivo incremento della malattia diabetica.

Nello specifico il piano operativo aziendale ha delineato aree di intervento ed azioni strutturali per favorire un approccio assistenziale omogeneo con metodologie e pratiche cliniche condivise e per governare in un’unica piattaforma aziendale il diverso assetto organizzativo dei servizi della ex Asl1 (Città di Castello, Branca) e della ex Asl2 (Perugia, Assisi, Città della Pieve, Castiglion del Lago, Pantalla).  Particolare attenzione sarà riservata al rapporto con i medici di assistenza primaria, per definire una gestione integrata dei percorsi diagnostico-terapeutici della patologia, e al ruolo delle associazioni di  volontariato, che potranno apportare un contributo importante nei percorsi di informazione, accoglienza e cura, senza tralasciare il tema della sostenibilità economica.

"Per la sua crescente diffusione - sottolinea inoltre Roberto Norgiolini, coordinatore della rete diabetologia della USL 1 - il diabete può essere considerato a tutti gli effetti una malattia sociale poiché, oltre alle sue dimensioni epidemiologiche, ha effetti importanti sulla famiglia, le strutture sanitarie preposte all’assistenza, il mondo del lavoro e dello sport. Tale esplosione epidemiologica, solo in parte correlata a fattori genetici ed ereditari, è in larga misura dovuta alla occidentalizzazione delle abitudini alimentari, a stili di vita non adeguati, al crescente numero di persone obese o in sovrappeso, al progressivo invecchiamento della popolazione".


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