Welfare, Spi-Cgil: Regione faccia riforme e affronti questione morale
I pensionati della Cgil hanno incontrato a Perugia il segretario nazionale Carla Cantone: adesione allo sciopero del 9 marzo per mantenere l'articolo 18. Critiche alla Regione su non autosufficienza e avvisi di garanzia
Nicola Bossi
Il popolo dei pensionati iscritti allo Spi-Cgil dell’Umbria scenderà in piazza il prossimo 9 marzo con la Fiom per lo sciopero nazionale dei metalmeccanici. Obiettivo: bloccare il Governo Monti sulla possibile cancellazione dell’articolo 18 – che vieta i licenziamenti senza giusta causa – e per chiedere il finanziamento del fondo nazionale per la non autosufficienza tagliato prima dal Governo Berlusconi e ora ignorato da quello dei “tecnici”.
L’annuncio dell’adesione della protesta è stato direttamente dato, martedì a Perugia alla Sala dei Notari, dal segretario nazionale dello Spi Carla Cantone: “Non accetteremo mai licenziamenti senza giusta causa, é questione di civiltà. Quando nella fabbrica piú grande del paese sono buttati fuori operai iscritti alla fiom allora la democrazia é già in pericolo. Lo Spi Cgil, il 9 marzo sarà allo sciopero generale dei metalmeccanici. Sciopero deciso insieme alla Cgil”.
La sindacalista ha attaccato l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni che si era espresso a favore alla cancellazione dell’articolo 18: “Se qualche politico, anche di centrosinistra si permette di dire che articolo 18 non é tabú, deve essere lui licenziato per giusta causa”.
Successivamente, Mario Bravi, segretario regionale della Cgil, si è rivolto direttamente al Governo per progettare insieme un rilancio del tessuto imprenditoriale dell’Umbria dopo la crisi che ha sconvolto diversi territori regionali: “Al Ministro Passera chiediamo di aprire confronto su politiche industriali anche nella nostra regione falcidiata dalla chiusura delle aziende. In Umbria abbiamo salari e pensioni del 7% piú bassi media nazionale. Accanto a questo dato c'è una crisi economica e sociale ancora più pesante, persi 7mila posti lavoro solo in edilizia, polo siderurgico Terni, crisi verticale fascia appenninica, a rischio 3mila posti su 70mila abitanti”
Mentre, Graziano Massoli Segretario generale Spi Cgil Umbria, non ha risparmiato frecciate al Governo regionale del Presidente Marini: “Le riforme di cui tanto si parla, soprattutto quelle endoregionali e dei costi della politica, devono essere fatte perché possono liberare risorse per l’occupazione e per il welfare. Siamo preoccupati per la questione morale della politica umbra che deve essere affrontata con rinnovamento e riflessione politica”.
Da Regione e Comune di Perugia non sono arrivate rassicurazioni sul sostegno alle famiglie per la non autosufficienza per via dei tagli nazionali. “Ad oggi ci troviamo – ha spiegato il sindaco Boccali - senza risorse e costretti con coraggio a trovare soluzioni: per la non autosufficienza serve una pluralità di servizi extraospedalieri dove è necessario rendere protagonisti le case di quartiere, aprire all’assistenza i centri socio-sanitari e portare a domicilio quelle prestazioni che fino ad oggi si chiedono agli ospedali con costi non più sopportabili”.
“L’Umbria ha intenzione – ha concluso il vice-presidente della Giunta regionale Carla Casciari - di trovare nel suo bilancio le risorse necessarie per questo settore, considerando però che bisogna fare i conti con la decisione del Governo Berlusconi di ridurre il fondo sanità in 3 anni di 140 milioni in meno, allo stesso tempo azzerando il fondo per la non autosufficienza. Intendiamo valorizzare ospedali periferici, moltiplicare l’esperienza delle case salute di Marsciano, rafforzare territorio e prevenzione. Ci sarà un giro di vite anche per le case di riposo non a norma”.