Economia

Il 2014 non ha l'oro in bocca: portafoglio con il 12% in meno di denari

Nonostante le previsioni del Governo Letta e la presunta ripresa in Umbria si continua a scavare sempre più in basso. Nuovo bollettino economico all'insegna del naufragio tra tasse, lavoro perso e calo dei consumi

Non c'è ripresa e quindi non ci sarà lavoro e consumi. Il 2014 non ha per il momento l'oro in bocca ma solo tasse, nuove chiusure e famiglie allo stremo. Questa è la fotografia (brutta) che esce fuori dal Rapporto sulle Economie territoriali dell'Ufficio studi Confcommercio nazionale che è stato presentato dal presidente Giorgio Mencaroni. L'Umbria nel 2014 perderà rispetto al 2007 il 12 per cento di ricchezza per abitante. Inoltre, a livello di consumi reali sul territorio anche il biennio 2013-2014 si prevede che farà registrare una diminuzione dello 0,8 per cento, mentre a livello di consumi pro-capite si stima un -1,5 per cento. 

Dati sconfortanti che hanno prodotto un nuovo appello alle istituzioni locali e nazionali da parte di Giorgio Mencaroni: "L'Umbria è in stato d'emergenza perchè sono in emergenza le imprese e i consumi. In questa situazione il sistema continua a chiedere ancora tasse, ma ormai non c'è più nulla da togliere". Un'emergenza "economica e sociale" che, secondo quanto detto da Mencaroni, "va affrontata con un impegno straordinario perchè la regione ha perso posizioni su posizioni in ambito italiano e quindi deve rimettersi in moto dando fondo a tutte le sue migliori energie".

L'Umbria si segnala per un arretramento costante nella produzione di ricchezza e nel livello dei consumi, che la allontana sempre più dalle altre regioni del Centro, con prospettive per il 2014 ancora piuttosto incerte. Nei primi tre trimestri il saldo tra nuove imprese e imprese cessate riporta un segno meno di 634 unità e sono andati perduti oltre 1.300 posti di lavoro in soli nove mesi. Nel 2013, inoltre, solo un imprenditore su tre ha fatto investimenti, il 64 per cento ha dichiarato una diminuzione di fatturato e il 93 per cento degli intervistati ha dichiarato di non aver fatto inserimenti di personale (percentuale stabile dal 2012 ad oggi). Siamo all'inferno: è necessario fare qualcosa. Subito.


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