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I “Discorsi alla Nazione” di Ascanio Celestini al Teatro Menotti di Spoleto, domenica 26 gennaio

Dopo il successo ottenuto al Comunale di Gubbio e al Teatro della Filarmonica di Corciano, Ascanio Celestini torna a calcare il palco del Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto con il suo ultimo spettacolo "Discorsi alla nazione", in programma il 26 gennaio nell'ambito della Stagione di Prosa di Spoleto.
Il tiranno è chiuso nel palazzo. Non ha nessun bisogno di parlare alla massa. I suoi affari sono lontani dai sudditi, la sua vita è un’altra.
Eppure il tiranno si deve mostrare ogni tanto. Deve farsi acclamare soprattutto nei momenti di crisi quando rischia di essere spodestato.
Così si affaccia, si sporge dal balcone e rischia di diventare un bersaglio.
“Ho immaginato, dice Celestini, alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione. Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico”.
Figura emblematica, affascinante, dissacratoria, Ascanio Celestini lascia sgomento con i suoi spettacoli, tranche de vie contemporanee e feroci; i “discorsi alla Nazione” sono una requisitoria divertente e disperata al contempo, le sue parole, taglienti come lame, arrivano allo stomaco. E fanno pensare.
Sulle scene teatrali dagli anni novanta, svariati riconoscimenti istituzionali alla carriera, tra cui nel 2002 il Premio Ubu speciale "per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa", nel 2004 il Premio Fescennino d'oro, il Premio Gassman come miglior giovane talento, il premio Oddone Cappelino per il testo "Le Nozze di Antigone", nel 2005 il Premio Ubu per lo spettacolo Scemo di guerra (come Nuovo testo italiano) e vari altri premi per i suoi testi letterari e teatrali tra i quali il Premio Satira Politica, il Premio Histryo, il Premio Bagutta, il Premio Fiesole Narrativa Under 40, il Premio Anima, il Premio Vittorio Mezzogiorno, il Premio Flaiano o il Premio Trabucchi alla Passione Civile, il Premio Govi.


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