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"L'amore è un'altra cosa": nasce un calendario a sostegno delle donne vittime di violenza

Una ragazza si tuffa nel lago, simbolo di libertà e di gioia di vivere. Due amici corteggiano la stessa donna col sorriso e i fiori in mano. Un padre e una figlia danzano su un pontile. Un uomo e una donna non più giovani, compagni di una vita, leggono un libro in silenzio. Gesti semplici eppure fortissimi, immortalati da una macchina fotografica che trasforma un’emozione in un’immagine per dire, attraverso dodici foto, che “L’amore è un’altra cosa”.

È questo il titolo del calendario ideato e prodotto da Lucia Costantino e Linda Ceppitelli, 49 e 26 anni, di San Feliciano (frazione di Magione sul Lago Trasimeno), per raccogliere fondi da destinare alla lotta alla violenza sulle donne. Un’idea nata dal basso, senza i vincoli di associazioni e istituzioni, al semplice scopo di dare un contributo concreto per aiutare le tante vittime di abusi e violenze domestiche, sulle quali il 25 novembre si accendono i riflettori, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Riflettori che Lucia e Linda vogliono lasciare accesi tutto l’anno. «Volevamo trovare un modo semplice e divertente che avesse a che fare con noi e che arrivasse a più persone possibile – racconta Lucia, che gestisce il chiosco lungolago di San Feliciano – la fotografia ci è sembrata il mezzo più adatto per dare il nostro aiuto e quale soggetto migliore della nostra comunità e del meraviglioso paesaggio che abbiamo? In precedenza abbiamo organizzato varie iniziative di beneficenza, che erano riuscite più o meno bene, fino a quando mesi fa abbiamo allestito una mostra di ritratti della gente del posto, con la fotografa Sara Mattioli, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro la leucemia. Quella è andata molto bene. Allora abbiamo capito che le foto erano il mezzo più giusto».

Così 24 persone di San Feliciano, di nascita e d’adozione, tra cui anche quattro uomini, hanno accettato di mettersi in posa davanti all’obiettivo del fotografo Stefano Stefanoni, che ha raccolto la sfida con entusiasmo. I proventi della vendita del calendario, del costo di 15 euro, patrocinato dal Comune di Magione e dall’associazione “Accademia Pietro Vannucci” di Città della Pieve, andranno interamente al Punto d’ascolto antiviolenza di Magione, unico sportello di sostegno a chi subisce maltrattamenti nelle zone del Trasimeno e dell’Orvietano. Portato avanti dal novembre 2015 esclusivamente da volontarie - avvocatesse, psicologhe e assistenti sociali – con il supporto dell’associazione “Pietro Vannucci”, il centro è aperto due volte alla settimana e assicura privacy alle persone che bussano alla sua porta, anche attraverso un ingresso secondario. «Le donne che si rivolgono a loro sono in aumento – dice Linda – l’attenzione sul fenomeno si sta alzando ma hanno bisogno di farsi conoscere e di poter continuare a lavorare. La raccolta fondi servirà al rimborso spese delle volontarie, ma anche a organizzare eventi, convegni, attività».

Seguendo un suggerimento di Stefano, Linda e Lucia hanno deciso di mettere una citazione tratta da una canzone sotto ognuna delle dodici foto. «Abbiamo cercato frasi che fossero attinenti alle immagini, da Guccini a Jovanotti – spiegano – e per ognuna abbiamo aggiunto il concetto che volevamo esprimere, rispondendo alla domanda ‘L’amore è?’». Tra questi – per citarne alcuni - figurano lealtà, impegno reciproco, ma anche cura di sé e libertà.

L’obiettivo di Linda e Lucia è di vendere almeno 500 copie, anche attraverso il canale e-commerce che stanno predisponendo e che sarà presto disponibile alla pagina Facebook “L’amore è un’altra cosa”. Per far conoscere la loro iniziativa, nei prossimi giorni saranno anche ospiti di alcune trasmissioni e telegiornali locali e nazionali. Le vendite saranno aperte il 25 novembre, in occasione del convegno alla Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, dove le ideatrici parleranno del loro progetto. Ma la presentazione ufficiale si terrà il 2 dicembre, proprio al chiosco di San Feliciano, con tutti i partecipanti: «La gratificazione di ognuno di noi rende forte il gruppo – dicono - vogliamo rispondere a un occhio nero con un fiore, con un bacio, con una carezza, con un sorriso». 


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