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La Perugia che legge: pienone per la presentazione del libro “Archetipi alfabetici”

Pienone alla Goldoniana di Palazzo Gallenga per la presentazione del libro “Archetipi alfabetici” di Costanza Bondi. Coordinamento di Stella Carnevali, letture di Chiara Pavoni, con un intervento del rettore Giovanni Paciullo. Evento voluto dall’Associazione Umbria Grecia “Alarico Silvestri”, rappresentata dal presidente Teresa Vizzani e da tanti soci.

Era presente una buona fetta della Perugia che legge, attirata da una pubblicazione cui va riconosciuto il pregio di dire una parola chiara su una pluralità di questioni: a far capo dall’antropologia, fino ai meccanismi psichici che presiedono alla formulazione del linguaggio e ai segni che consentono la trascrizione di fonemi in grafemi. Raccontandone spigolature colte e divertenti, di carattere storico, mitologico e universale.

Da qui una puntuale diegesi dei percorsi e delle modalità attraverso le quali si perviene – partendo dal disegno, attraverso processi di progressiva semplificazione – alla magica sintesi della lettera. D’altra parte, che tutto, nell’arte come nella vita, sia riconducibile a simboli, ce lo ricorda Wilde quando afferma, motivatamente, che l’uomo stesso è un simbolo. E la formulazione junghiana in chiave psicanalitica sull’indagine del profondo ne costituisce la conferma.

Ma si può andare anche più lontano, alla Bibbia, quando Dio assegna all’uomo il compito di “nominare le cose”. Per dire che all’atto creativo occorre aggiungere il nome che le identifica e le distingue. Ma nel libro, caratterizzato da un taglio esplicativo e da una vocazione pedagogica, ma non pedante, c’è di più. Si fa, ad esempio, osservare come i sogni di un cieco dalla nascita siano conformi a quelli di quanti hanno il dono della vista: in che modo spiegarlo, se non ricorrendo a quel patrimonio genetico e archetipico che ci portiamo dentro, come ancestrale eredità, fin dal nostro fiorire alla vita? 

Il rettore Paciullo, chiudendo l’incontro, ha sottolineato come eventi del genere si inseriscano in quello schema circolare per cui la Stranieri dona e riceve dalla città un contributo di cultura e umanità.


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