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Umbria Jazz 2022, il gran finale inizia con il botto: Herbie Hancock è da leggenda

Il grande pianista protagonista assoluto della serata dell'Arena con una superband ad accompagnarlo

Umbria Jazz scala ancora una marcia e si prepara al gran finale con un pezzo da novanta. Un signore che di anni nei ha 81 e che ha segnato sei decadi di musica. Jazz ovviamente, ma la sua influenza e il suo spessore, lo riconoscono i critici, travalica i generi. All’Area Santa Giuliana è stata la volta di Herbie Hancock che torna a Perugia dopo il duetto di pianoforti con Chick Corea, riconquista quello stesso palco accompagnato da una superband: Terence Blanchard alla tromba, Lionel Loueke (chitarra), James Genus (Justin Tyson (batteria).

Ad aprire il concerto, l'esibizione di Pedro Martins

Pubblico delle grandi occasioni per un grande evento, in un festival che continua a convincere. Con i big ovviamente, di livello assoluto, quelli che per semplicità possiamo etichettare come mostri sacri – Hancock e Bridgewater, Gilberto Gil ovviamente, Marisa Monte – come con artisti più pop, da Joss Stone e Jamie Cullum. Con interessanti conferme come Cimafunk, il nuovo della musica cubana che ha incontrato sul palco, dove già era stato, i miti di Gonzalo Rubalcaba e Aymée Nuviola. E poi il nuovo che avanza, acido, analogicamente elettronico, rumoroso dei The Comet is Coming, una delle performance più apprezzate.

Insomma, il mix scelto da Umbria Jazz sempre aver colpito i cuori di appassionati e non, con il teatro Morlacchi che sa soddisfare anche il pubblico più purista, con i palchi, tre quest’anno oltre al chiostro di San Fiorenzo in via della Viola, che restituiscono all’evento la sua natura di evento pubblico. Dopo due anni di passione a causa del covid, Uj è tornata nella sua forma più smagliante. E il pubblico, turista e perugino, sembra apprezzarlo.


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