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Sandro Allegrini presenta una grande mostra che parla di jazz, di grandi personaggi e di amicizia

Tantissimi i visitatori, amici, estimatori, colleghi, che non hanno voluto far mancare il proprio persuaso consenso

Una grande mostra che parla di jazz, di personaggi noti e di amicizia. “Due artisti che condividono una straordinaria creatività, un cromatismo squillante e una notevole dose di ironia”. Così esordisce Sandro Allegrini nel presentare, presso la Galleria Artemisia di via Alessi, l’esposizione degli artisti Giuseppe Fioroni e Mamo (Massimiliano Donnari). La mostra ha un’impostazione dialogica, tanto da essere intitolata “Umbria Jazz. Palco e platea. MaMo ascolta Fioroni”.

Tantissimi i visitatori, amici, estimatori, colleghi, che non hanno voluto far mancare il proprio persuaso consenso. Si è potuto ammirare l’originale del manifesto che Fioroni realizzò per Umbria Jazz, edizione 2007. Si tratta di un’opera materica in cui viene addirittura proposta una vera tromba. Ma c’è anche una tela con musicisti di colore che risale a ben 24 anni fa. Mamo propone i suoi personaggi (l’avvocato Agnelli, la regina Elisabetta in short, Lincoln con cuffiette…) e un quadro eccezionale: un ritratto di Leonardo con sullo sfondo la cascata delle Marmore, scelto come copertina per un volume di prossima uscita: “Leonardo da Vinci. Le radici umbre del genio”, Morlacchi editore.

Il volume è stato scritto a quattro mani da Luca Tomio e Marco Torricelli. Tomio è critico e storico dell’arte, autore di studi scientifici su Leonardo e sul Rinascimento lombardo. È artefice di una straordinaria scoperta: un paesaggio leonardesco rappresenta la Cascata delle Marmore e la valle di Terni. E non, come comunemente ritenuto, uno scorcio naturale toscano. La notizia fu data da Marco Torricelli, giornalista direttore di umbriaOn, collaboratore della Rai e de “Il Messaggero”. Il libro è prefazionato dal magistrato torinese, attivo a Terni, Federico Bona Galvagno, già vincitore del premio Umbria-Roma per la cultura. Gli autori hanno voluto presenziare alla mostra, porgendo un saluto ai convenuti. Quale migliore occasione per fondere arte, storia, amicizia, cultura e territorio?