Politica

Asili nido, riforma a rischio: troppe maestre over 50 e "usurate"

Il no alla riforma dell'amministrazione comunale arriva dall'opposizione dove si spiega che il rapporto una maestra ogni 8 iscritti è penalizzante per un personale con età media over 50

Educatrici con età media over 50 e peggio ancora con problemi di salute a causa del lavoro usurante: con questa convinzione e analisi clinica si cerca di stoppare la riforma degli asili nido di Perugia fortemente voluta dal sindaco Boccali e dall'assessore Monia Ferranti, ma bocciata direttamente dalla maestre che non ne vogliono sapere del nuovo rapporto: una educatrice ogni 8 bambini (dai 12 mesi in su) e una ogni sei per quelli più piccoli e più fragili. Contari anche i capigruppo di opposizione dell'Udc, del gruppo Sbenna (lo sfidante perdente di Boccali) e il gruppo civico Tutti per Perugia che sono convinti che il personale, troppo vecchio e acciacatello non sarà in grado di provvedere al miglioramento di un servizio di asilo dove si aumentano anche gli spazi e i bambini iscritti, a fronte del mancato rinnovo di 37 educatrici con contratto annuale.

"Una operazione - scrivono Cozzari, Numerini, Sbrenna e Bellezza - dovrebbe facilitare l’ingresso di circa ottanta bambini (ad oggi collocati in lista d’attesa nelle graduatorie comunali), a discapito delle educatrici precarie che, così facendo, perderebbero il posto di lavoro. Considerato che la misura appare non rispondente a far fronte alle esigenze reali: più bambini assegnati al solo personale di ruolo (costituito da educatrici con un’età media di oltre cinquanta anni e in molti casi con prescrizioni mediche per la tipologia di lavoro indiscutibilmente usurante)(costituito da educatrici con un’età media di oltre cinquanta anni e in molti casi con prescrizioni mediche per la tipologia di lavoro indiscutibilmente usurante)".

La formula proposta dei consiglieri comunque non è più investimenti del pubblico ma l'esternalizzazione del servizio da parte del Comune:"Noi avevamo proposto una riforma (l’esternalizzazione) che avrebbe mantenuto la qualità e creato non solo risparmio ma anche guadagno, questo raddoppiando le strutture, e che, nel lungo periodo, avrebbe fornito la possibilità di investire importanti risorse nel sociale e in particolare nella gestione delle nuove urgenze legate alla crisi economica”.


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