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Perugia 1416, scontro in consiglio comunale. M5S: "Poca trasparenza", Severini: "Tutto regolare"

Da un lato il capogruppo del Movimento 5Stelle Rosetti, dall’altro l’assessore alla Cultura Severini. Nel mezzo Perugia 1416 e due interrogazioni

Scontro in consiglio comunale sul Palio di Perugia. Da un lato il capogruppo del Movimento 5Stelle Rosetti, dall’altro l’assessore alla Cultura Severini. Nel mezzo Perugia 1416 e due interrogazioni. A fare da detonatore il question time a Palazzo dei Priori. Si comincia con la prima interrogazione pentastellata sull’affitto della sede dell’associazione Perugia 1416 e il pagamento delle utenze, dal momento che la stessa è, da statuto, presso l’assessorato alla Cultura del comune a Palazzo della Penna. Secondo Rosetti, l’associazione non può essere considerata privata se è presieduta dall’Assessore, nominata in tal senso dal Sindaco stesso, e se il Comune la finanzia con 300mila euro pubblici, spese che per questo dovrebbero essere rendicontate e spiegate.

“Interroghiamo l’amministrazione -ha concluso Rosetti- se l’assessorato alla cultura ha ospitato l’associazione, di natura privata, quali stanze e servizi sono state occupate dall’associazione e sulla base di quale titolo e se i dipendenti del comune abbiano lavorato per Perugia 1416 e se coloro che lavorano per l’associazione hanno utilizzato spazi, utenze e servizi del comune.” Rosetti ha anche insistito sul diniego di accesso atti e sulla mancanza di risposte da parte dell’assessorato, sostenendo che l’assessore Severini sia stata chiamata a rappresentare l’ente all’interno dell’associazione e come tale a rispondere al consiglio. 

Dal canto suo l’assessore Severini ha risposto che “nell’ambito di Perugia 1416 nessuno è mosso a fini di lucro ma tutti lavorano gratuitamente per la città e proprio per questo ho personalmente  messo a disposizione la mia esperienza d’impresa. Perugia 1416 -ha ribadito l’assessore- è una forma generosa, nuova e aggregante di associazionismo e di volontariato aperto e diffuso che raccoglie 334 iscritti, tra cui cittadini, il Comune, le due Università, tutte le scuole di alta formazione della città, e dimostra ampiamente come la città possa e voglia attivarsi, senza morire in una logorante passività.” 

Severini ha spiegato ancora che Perugia 1416 è un’associazione di diritto privato e il Comune è uno dei 21 soci, al pari degli altri, non ha una quota di maggioranza e non controlla l’associazione, poiché il controllo è tipico delle imprese non delle associazioni. “Perugia 1416 -ha proseguito- non svolge un servizio pubblico essenziale e l’interesse che persegue non è del solo comune ma è di tutta la città. Non c’è luogo al diritto d’accesso dei consiglieri comunali in quanto non si tratta di una partecipata del comune, proprio perchè l’associazione non ha scopo di lucro. Le norme stesse specificano il diritto d’accesso dei consiglieri e in casi come questo non è previsto, come non è previsto il diritto di accesso generalizzato, sempre perchè non ne ricorrono i presupposti di legge.” L’assessore ha quindi precisato che secondo la legge, non c’è incompatibilità tra la carica di assessore e quella di presidente dell’associazione e che, a suo avviso semmai, la circostanza che l’assessore sia anche presidente dell’associazione rafforza e tutela la volontà del comune. Per quanto riguarda la sede, Severini ha spiegato che Palazzo Penna  è indicato nello statuto come sede legale, ma al di là delle prime riunioni, la maggior parte degli incontri si sono svolti fuori dal palazzo. “Benchè per più di un mese peraltro, la sede non sia stata disponibile -ha ricordato l’assessore- il canone di affitto -circa 400 euro per 24 metri quadrati- è stato corrisposto fino al 31 dicembre 2017, mentre non ci sono spese di telefono e altre utenze.”

Sulle assunzioni, peraltro anticipando la risposta alla seconda interrogazione, l’assessore ha ricordato che in merito una risposta era stata già inviata alla consigliera lo scorso 14 settembre. In ogni caso ha ribadito che l’associazione non ha in essere nessun contratto, ma incarichi a termine per segreteria, comunicazione e commercialista e che comunque non è tenuta alle regole del reclutamento pubblico, ma ugualmente sono state fatti colloqui  e una selezione ponderata. I dipendenti comunali hanno curato le attività di propria competenza in quanto anche il comune prende parte all’organizzazione dell’evento. “Credo che si confonda -ha concluso l’assessore - questo fenomeno partecipativo della città in cui molti cittadini partecipano volontaristicamente con qualcos’altro. Tutto è negli atti del comune, fatto nel più lineare e più onesto dei modi, dedicando le nostre energie per la cosa pubblica. Le decisioni vengono prese con i rioni, Perugia 1416 è un cantiere che lavora 365 giorni all’anno con i cittadini, che ha saputo riunire il centro e le parti più periferiche e ha sollecitato la ripresa economica, coinvolto le scuole, l’università, ha riconsegnato importanza alla nostra storia e il successo di quest’anno lo dimostra.” Per la consigliera Rosetti, la finalità dell’interrogazione “non è quella di valutare l’identità perugina attraverso la manifestazione, che spetta ad ogni cittadino, quanto piuttosto quella di verificare la correttezza dell’operato in totale trasparenza. Una trasparenza che a suo avviso non c’è”. 

Finita qui? Ma neanche per sogno. C’è la seconda interrogazione, quella che “chiede conto dei 500 euro che il Comune avrebbe pagato per la registrazione dell’atto fondativo e di quante risorse del comune sono confluite nell’associazione e quali, invece, i contributi versati da altri enti e soci”.

Rosetti ha ribadito “la richiesta di conoscere i criteri di selezione del personale e di sapere se tra i fornitori dell’associazione vi siano parenti di membri del consiglio direttivo. Se si vuole affermare con forza che l’associazione fa il bene della città -ha detto Rosetti- non capisco qual è il problema a rendere tutto trasparente.” Anche in questo caso l’assessore ha ribadito “che i 500 euro a cui fa riferimento la consigliera sono stati un contributo una tantum del comune all’associazione per l’avvio dell’attività, le cui spese complessivamente sono state di circa 1000 euro. Il bilancio -ha spiegato ancora Severini- è pubblico ed è sul sito della manifestazione. Nel 2016 è stato di 143mila euro, complessivamente 160mila sono stati i costi per il progetto annuale. A fronte di ciò i contributi diretti sono stati nel 2016 di 100mila euro più altri 100mila di cui 20mila a rendicontazione effettuata. Nel 2016 20mila euro sono stati dati dalla Regione dell’Umbria e 10mila dalla Camera di Commercio, mentre per il 2017 20mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Tutto viene rispeso nella manifestazione. Per quanto riguarda le quote associative il comune ha versato inizialmente 500 euro e gli altri soci 200, quindi 4.500 euro sono stati versati da parte dei soci fondatori. Tutti i soci versano inoltre una quota annuale di 50 euro, tranne il Comune”.

La conclusione è quantomeno prevedibile. L’assessore ha ribadito “che le risposte sono state fornite, che tutta l’attività è trasparente e a disposizione sul sito”, ma la consigliera Rosetti, dal canto suo, ha sottolineato ancora una volta che le risposte non sono soddisfacenti. Ci si ritornerà su di sicuro.


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