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LIBERO PENSIERO Bilancio dell'anno 2023. Trasporto pubblico famelico

Il 70% degli aumenti programmati va proprio a questo settore... ma salviamo l'aeroporto

Il Brt

Regione dell’Umbria. Bilancio dell'anno 2023. Trasporto pubblico famelico. Il 70% degli aumenti programmati va proprio a questo settore. Ma, auguriamoci, senza correre il rischio di danneggiare l’aeroporto.

Che questo incremento sia un bene o un male… lasciamolo dire agli esperti. Ma, attenzione al fallimento, sempre in agguato. Poiché occorre rendere appetibile il trasporto pubblico. Altrimenti, con la sua voracità, e magari con una scarsa appetibilità, si rischia veramente il fallimento totale. Che potrà comportare l’abbandono dei progetti in corso d’opera, quali la riattivazione della ex FCU, come asse portante da Sansepolcro a Terni. Senza contare la voragine del Minimetro.

Ci sono poi altri esercizi da mantenere, come quello della funicolare di Orvieto e del sistema di trasporto alternativo di Spoleto, che risulta molto costoso in rapporto al numero degli abitanti da servire.

Abbiamo condiviso la posizione di Italia Nostra di Perugia, quando ha proclamato la necessità di un percorso di rinnovamento/risanamento, grazie alle tecnologie disponibili, per andare verso un deciso miglioramento di appetibilità. Soprattutto eliminando, quanto più possibile, le “rotture di carico” imposte ai viaggiatori (ossia, costringendoli a scendere, armi e bagagli, per cambiare mezzo) avvicinando l’utente alla meta da raggiungere in comodità e sicurezza.

Senza tornare sul sistema Tram-Treno (che avrebbe un costo del 40% inferiore all’attuale ferroviario) c’è chi osserva (e noi fra quelli) che potrebbe aprirsi una nuova voragine succhiasoldi. Ossia il BRT da Capanne a Fontivegge con la tecnologia più costosa del settore. Quindi anch’essa da esorcizzare come potenziale macigno che si abbatterà sui costi futuri del TPL. 

INVIATO CITTADINO Ai debiti del Minimetro, e all’impegno per l’aeroporto, si sommeranno i costi stratosferici del Metrobus

Il mancato risanamento del settore potrebbe portare a non disporre della necessaria forza economica per finanziare le linee aeree. Che (è communis opinio, suffragata dai fatti) sono strategiche per il turismo. E per consentire ai cittadini del centro Italia, ma soprattutto a quelli della nostra regione, di essere connessi all’Europa e al mondo intero. Essendo ormai il settore aereo una infrastruttura cui non possiamo assolutamente rinunciare. Né mettere in conto di depotenziare.


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