Segnalazioni

Minori, Donne, Famiglie: i diritti violati dal Disegno di Legge 735

L’iniziativa vuole sottolineare come il disegno di legge n. 735 (d’iniziativa dei senatori PILLON, OSTELLARI, CANDURA, Emanuele PELLEGRINI, PIARULLI, D’ANGELO, EVANGELISTA, GIARRUSSO e RICCARDI) sia un arretramento per le libertà e i diritti civili di tutti e tutte e in particolare per i/le bambini/e e per le donne. Il disegno di legge propone una famiglia unica, ideale ed astratta, imposta come modello a ogni coppia con figli che si separa. Le coppie saranno obbligate a disciplinare ogni aspetto della propria vita secondo regole rigide e prefissate, senza spazio all’autonomia e specificità individuale. Dovranno seguire inoltre un percorso lungo e complesso, che moltiplica tempi e costi, con l’intento implicito e dunque l'effetto di ostacolare la volontà delle persone che vogliono separarsi. È inoltre ispirato da una visione adultocentrica che nel trasformare i diritti dei minori, come quello alla bigenitorialità, in astratte prerogative degli adulti, mette in pericolo grave e costante il superiore interesse dei minori. Anche la mediazione è svilita nella sua funzione, imposta come un percorso paternalistico e non certo incentrato sui bisogni di figli e genitori.

Infine, il DdL, mette in sordina la violenza: non solo non la riconosce ma ne ostacola l’emersione con strategie specifiche, esponendo i minori e le donne che la subiscono al ricatto di misure di fatto ritorsive. I principi e i diritti cui il DdL pretende di dare attuazione - come quello della bigenitorialità - si traducono invece in profili di incostituzionalità e in aperta violazione di numerose disposizioni della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, della Convenzione di Istanbul, della Convenzione CEDAW.

Per tutti questi motivi si chiede espressamente il ritiro dalla discussione parlamentare del disegno di legge n. 735, in quanto sancisce una regressione dannosa del diritto di famiglia e si concretizza in un attacco ai diritti dei minori e di tutti coloro che si trovano in condizioni di fragilità per motivi economici o per violenze familiari, in particolare le donne.


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