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Dalla guerra al pallone, la favola di Konate. "Così il Perugia mi ha cambiato la vita"

Un'odissea il viaggio dalla Guinea all'Italia via Libia: "Non avevo mai giocato seriamente prima, ma il Grifo mi ha fatto diventare un calciatore. E con Cosmi posso crescere ancora"

Ogni calciatore ha la sua storia e diverso è il percorso che ha portato i vari Grifoni a vestire la maglia del Perugia. E una storia decisamente fuori dal comune è quella di Amara Konate, 21enne pupillo di Serse Cosmi che per primo gli ha dato fiducia consegnandogli una maglia da titolare in quella Serie B a cui tre anni fa il giovane guineano non pensava nemmeno lontanamente: "Nel mio Paese c'era la guerra civile e così sono andato via: prima un difficile viaggio verso la Libia e poi la traversata su un barcone fino a Catania. Sono stati momenti bruttisimo, ce l'ho fatta con l'aiuto di Dio e prego ogni giorno per ringraziarlo. Altri compagni sono stati meno fortunati di me".

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Dalla Sicilia poi il trasferimento in un centro di accoglienza di Cassino, dove il destino di Konate ha preso una piega imprevista e si è trasformato in favola, costringendolo ad 'abbandonare' il sogno che aveva da bambino per inseguirne un altro di cui si è innamorato presto, correndo dietro a un pallone: "Volevo essere un commerciante come mio padre e a Cassino giocavo a calcio con gli altri ragazzi ma come lo facavo in Africa, per la strada e senza essere tesserato per una società. Dopo un po' però ho iniziato ad allenarmi nella squadra del posto e il procuratore Antonio Altrui mi ha notato, proponendomi poi al Perugia". Da lì un escalation continua: "Ho fatto un provino e ho convinto i direttori Goretti e Pizzimenti, che mi hanno convinto di poter diventare un calciatore e aggregato alla Primavera in attesa del tesseramento: è lì che ho conosciuto il mio amico Kouan. Il Grifo mi ha cambiato la vita".

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Già, perché alla fine arriva anche il tesseramento e Konate inizia a farsi strada tra i giovani biancorossi: "Mi piacciono Pirlo, Pjanic e Casemiro: Non ho paura di giocare la palla e così ho detto allo staff della Primavera di mettermi a centrocampo. Nell'estate del 2018 poi ho chiesto alla società di mandarmi in prestito, perché volevo misurarmi con il calcio dei grandi e così sono andato a Rieti a fare un po' di esperienza". Arrivano così 16 presenze in Serie C prima del rientro alla base, dove ha iniziato a fare la spola tra Primavera e prima squiadra: "Mi allenavo con grandi e nel frattempo davo una mano ai ragazzi, ho segnato anche due gol su punizione - dice soddisfatto -. Oddo mi ha fatto debuttare nel finale del match contro il Pescara ed è stata una grande emozione giocare al Curi davanti a così tanti tifosi".

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Altro spezzone di gara poi con l'Entella, ancora in casa, ma la svolta vera arriva con l'avvento di Cosmi: "Io mi sono sempre allenato al 100% ma non era facile trovare spazio. Cosmi invece mi ha dato fiducia, mi ha visto durante gli allenamenti e gli sono piaciuto tanto che in COppa Italia mi ha portato a Napoli e mi ha fatto persino entrare". Solo il primo assaggio, perché poi Serse lo ha promosso tra i titolari affidandogli la cabina di regia per tre gare di fila, contro Chievo a Verona e poi con il Livorno al Curi e con la Juve Stabia a Castellammare: "Il mister e il suo staff mi aiutano molto, mi danno fiducia e quando sbaglio mi dicono di stare tranquillo, spiegandomi poi gli errori sui video. Io li ascolto, lavoro al massimo e cerco di migliorare".

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Fame e voglia di crescere le 'armi' di questo ragazzo, che come altri della rosa soffre ancora di più la lontananza dalla sua famiglia in un periodo difficile come questo, segnato dall'emergenza coronavirus: "Vivo solo e mi alleno a casa seguendo i programmi dei nostri preparatori. Cucino da solo, leggo, guiardo la tv e sento ogni volta che posso la mia famiglia. Dico loro di prendere precauzioni, di indossare la mascherina perché il coronavirus inizia ad arrivare anche in Africa dove c'è la povertà ed è ancora più pericoloso". Nel frattempo lui lavora per ritagliarsi un piccolo spazio nella storia del Grifo: "Quando sono arrivato un po' ho studiato il Perugia e ammirato in video grandi calciatori come Grosso o Allegri". Ora invece è lui uno dei beniamini dei tifosi: "Mi fa strano vedere i bambini che mi chiedono una foto o un autografo al campo, però è una sensazione bellissima". E il futuro, con un contratto che lo lega ai biancorossi fino al 2022, è ancora tutto da scrivere: "L'ho detto, al Grifo devo tutto e mi piacerebbe dare una mano alla ripresa per portarlo ai playoff".


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