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Perugia, la quarantena di Carraro tra Cosmi e mercato: "Le esclusioni mi hanno fatto bene. E a gennaio..."

Il centrocampista dell'Italia Under 21, di proprietà dell'Atalanta, a casa per l'emergenza coronavirus: "Alla ripresa non ci penso, ora penso più al nostro Paese"

Continua la carrellata sui grifoni in quarantena e dopo Cosmi, Falcinelli, Di Chiara, Melchiorri e Iemmello è la volta di Marco Carraro: "Si sta a casa ovviamente - spiega il 22enne mediano del Perugia, tornato in Umbria la scorsa estate in prestito dall'Atalanta -. Ci si allena facendo quel che si può e con le attrezzature che abbiamo a casa, tipo scatole e bottiglie per renderle simili ai pesi, e seguiamo i programmi che la società ci dà. Nel rispetto di tutta la gente non vado nemmeno più a correre all'aperto, sto con la ragazza e con il cane che porto solamente sullo spiazzo davanti a casa".

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L'emergenza coronavirus è ancora più sentita da chi come lui viene dal Nord, dalla veneta Dolo: "La situazione nel settentrione è ancora più critica, fortunatamente i miei familiari stanno bene ma sono segregati in casa col terrore di uscire". Ecco perché Carraro fatica anche solo a immaginare una ripresa, mentre il ritorno in campo per gli allenamenti  che era previsto per oggi (23 marzo) è stato posticipato dal Perugia a sabato 4 aprile: "Una ripresa la vedo lontana e sinceramente non ci sto pensando tanto, penso più al nostro Paese e spero che le cose possano andare meglio quanto prima. Nel frattempo bisogna rispettare le regole che ci vengono date, per tenere in sicurezza noi e gli altri".

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L'incertezza del futuro non impedisce però di esaminare il passato recente, suo e del Grifo: "All'inizio siamo partiti bene un po' tutti, poi ci sono venute a mancare delle certezze e gli alti e bassi hanno inevitabilmente coinvolto me come il resto della squadra. L'ultima vittoria contro la Salernitana però, arrivata dopo un periodo molto difficile, è stata molto importante soprattutto per il morale". Un successo arrivato dopo i giorni passati in 'clausura' a Cascia: "Il ritiro è il momento per stare insieme e fare ancora più gruppo, se non viene protratto per periodi troppo lunghi può essere utile come lo è stato a noi".

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Carraro torna poi anche sulle esclusioni cdai titolari he è stato costretto a 'incassare' dopo l'arrivo di Cosmi: "All'inizio ho giocato, titolare con il Napoli e poi da centrale di dfesa con il Chievo (ottima la prestazione sfoderata nel ko del Bentegodi, ndr) con al mio posto Konate, che ha fatto bene ed è stato così confermato nelle gare successive. Una scelta che ho accettato, continuando sempre ad allenarmi bene per cercare di mettere in difficoltà Cosmi". Un allenatore che chiede un lavoro particolare al regista del suo 3-5-2, ruolo su cui il talento atalantino cresciuto nell'Inter sta lavorando: "Quando ho giocato penso di aver rispettato le consegne del tecnico, anche se magari devo lavorare di più su alcune caratteristice, tipo l'aggressività. Quando un allenatore ti chiede una cosa ce la metti tutta per farla e io continuo lavoro. Le differenza con Oddo? Cosmi ci ha trasmesso il suo carattere e il suo attaccamento ai colori, ma ogni allenatore ha il suo metodo e noi giocatori dobbiamo essere bravi ad adattarci".

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Nel frattempo, con l'arrivo di Greco a gennaio che si è aggiunto alla 'promozione' di Konate, la concorrenza in mezzo al campo è aumentata: "La concorrenza è una cosa buona, perché ti fa sempre allenare al cento per cento e di conseguenza ti fa anche migliorare. Se uno vuole vedere i lati positivi, anche stare fuori due partite può far bene, perché ti spinge a lavorare di più e a migliorarti per sopperire a quelle cose che ti mancano”. Ecco perché lui, nonostante qualche richiesta, a gennaio è voluto comunque restare: "È vero, qualche interessamento c'è stato, ma si è trattato più di sondaggi che di reali trattative. Anche perché io volevo assolutamente restare e finire la stagione qui".

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Il centrocampista non sembra intenzionato a lasciare il lavoro 'a metà': "Questa era una squadra costruita per stare ai vertici, ora invece siamo in mezzo tra playoff e playout: e vittorie come due sconfitte possono cambiare anocra una volta gli equilibri. Dovremo essere bravi noi a fare punti per riagganciare il treno playoff, allo stesso tempo non siamo una squadra abituata a stare lì sotto e quindi bisogna tirarsi fuori quanto prima dalla zona di rischio".

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Questo indipendentemente dal suo futuro personale e dei sogni a tinte azzurre per lui che è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nell'Italia Under 21 del ct Paolo Nicolato: "Io devo pensare solo a fare bene per me e per il Perugia, perché dobbiamo ancora tirarci fuori da una sitiuazione non buona. Se e quando riprenderemo dovrò dare il 100 per cento per il Grifo, poi il futuro viene da sé. A Perugia mi sono subito trovato bene sotto tutti gli aspetti, dalla città alla gente fino ai tifosi. Qui è sempre stato tutto positivo per me, anche se poi c'è il mercato e se l'Atalanta mi dicesse di tornare lì è normale farci un pensierino. La Nazionale? Più si va avanti e più è difficile mantenerla ma il sogno lo si insegue e ci si crede sempre". 


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