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Perugia, Mazzocchi è pendolino e 'parrucchiere': "Ho detto no al Crotone, per Cosmi e il Grifo faccio tutto"

In quarantena per l'emergenza coronavirus, l'esterno si racconta tra tatuaggi, musica e forbici: "Io, 'scugnizzo' dei vicoli di Napoli, innamorato di questa piazza. E il look di Angella è il mio capolavoro"

Come il resto dei grifoni è in quarantena per l'emergenza coronavirus che ha fermato anche il calcio, ma forse più degli altri scalpita per riprendere da dove aveva lasciato. Già, perché nel momento più nero di un Perugia incappato in cinque sconfitte consecutivr, Pasquale Mazzocchi era riuscito invece a 'risorgere', sfruttando la fiducia che gli ha dato Cosmi e conquistandosi così il diritto a una 'seconda vita' in biancorosso. Una rinascita culminata con il gol vittoria contro la Salernitana, che ha spezzato la serie nera e riportato il Grifo lontano dalla zona calda della classifica di una Serie B che aspetta di riprendere...

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"La mia ragazza purtroppo è a Napoli e in questi giorni sono a casa da solo - spiega il 24enne esterno -. Mi alleno, curo la mia almentazione e guardo qualche film. In questo momento è difficile vedere la luce in fondo al tunnel". Gli mancano i compagni, soprattutto il suo amico Falzerano: "Con Marcello c'è grande intesa fuori e dentro il campo, ma non sono ancora riuscito a metterlo al pianoforte per un duetto: a me piace cantare, ma lui - dice scherzando - del neomelodico non vuole proprio sentirne parlare". Di certo alla ripresa avrà molto da fare e Falasco non sarà il solo che gli chiederà di tagliargli i capelli: "È vero, sono il parrucchiere dello spogliatoio - confessa divertito -. Il mio capolavoro? Di sicuro 'Angellone', lui è mio cliente fisso". 

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Mazzocchi, insomma, a Perugia si sente quasi come a casa. Una casa che non ha voluto abbandonare quando Cosmi, appena arrivato, gli ha dato la possibilità di tornare protagonista: "A gennaio mi voleva il Crotone - racconta - che mi ha cercato dopo le prime due gare giocate con Cosmi. Io però avevo già detto al mio procuratore di bloccare sul nascere ogni trattativa: con il mister mi sono subito trovato bene e avrei rifiutato qualsiasi altra offerta". Anche quella del Napoli? "Beh, il Napoli sarebbe stata l'eccezione - ammette sorridendo -. Anzi, mi è dispiaciuto molto non aver potuto giocare al San Paolo in Coppa Italia per colpa della febbre".

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L'arrivo di Cosmi ha rappresentato dunque la svolta: "Non lo cooscevo, ma si è subito creato un buon rapporto perché lui ama i giocatori che corrono, danno l'anima e si sacrificano per la squadra. Lui in me ha visto queste cose e mi tiene in considerazione: se uno non dà l'anima durante la settimana del resto, poi è impossibile che riesca a farlo in partita". Altro fattore determinante è stato quello tattico, per lui che giocava all'attacco tra i vicoli di Napoli: "Ho iniziato a giocare per strada, come tutti gli 'scugnizzi', poi sono entrato nelle giovanili del Benevento come esterno offensivo e ho proseguito a Verona nell'Hellas. Qui a Perugia sia Nesta che Oddo mi hanno schierato da terzino della difesa a quattro con compiti soprattutto difensivi, ma è nel 3-5-2 che io mi sento più forte perché ho gamba e mi piace attaccare. È sotto gli occhi di tutti che con questo modulo rendo di più, ma se sono migliorato è anche grazie alle esperienze precedenti". 

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Saper soffrire per 'rinascere', una filosofia che Mazzocchi porta sulla pelle ricoperta di tatuaggi. Quello di cui va più orgoglioso è il Cristo gigante ritratto sulla schiena, usata come fosse una tela: "Me lo ha fatto Valentino Russo a Grosseto, è un amico ed è molto bravo. Questo tatuaggio è stato criticato da molti, ma rappresenta la mia fede e chi ha fede fa le cose con il cuore".  Un cuore che il Grifo è riuscito a rimettere in campo contro la Salernitana dopo i giorni di ritiro a Cascia: "Una vittoria importantissima e segnare il mio primo gol in B in quella partita è stata una grande emozione, a livello individuale ma anche collettivo perché ha permesso alla squadra di tirare fuori la testa dal tunnel". Una squadra che lui non vuole lasciare: "A Perugia mi trovo bene, i tifosi sono gente di cuore e spero di poter continuare a vestire la maglia del Grifo. In questo periodo di emergenza la situazione è critica e il calcio passa in secondo piano, ma spero che finisca presto. Non vedo l'ora di ricominciare: ai playoff ci credo ancora".


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