Sport

Perugia, Nzita è pazzo del Grifo: "Innamorato della Nord e del 3-5-2 di Cosmi"

In quarantena a Bruxelles per l'emergenza coronavirus, il giovane terzino belga ha in testa solo il biancorosso: "I tifosi e il Curi le prime cose di cui ho parlato alla mia famiglia, voglio conquistarmi un posto in rosa anche per la prossima stagione"

'Distantimauniti' è stato il 'mantra' del mondo dello sport durante queste lunghe settimane segnate dall'emergenza coronavirus e lo slogan sembra fatto apposta per Perugia e Mardochèe Nzita, che sta vivendo la sua quarantena lontano (a Bruxelles) ma 'sospira' per il suo Grifo. "Mi piace la città ma soprattutto adoro i tifosi - confessa il 20enne terzino belga via Skype -. Sono incredibili ed è la prima cosa che ho detto alla mia famiglia quando sono arrivato qui. Non dimenticherò mai la prima gara al 'Curi' contro la Roma, con la Curva Nord lì dietro di noi a spingerci anche se perdevamo. Venivo dal calcio giovanile e non mi era mai capitata una cosa così". 

Dalla guerra al pallone, la favola di Konate. "Così il Grifo mi ha cambiato la vita"

Già, perché è tra i giovani dell'Anderlecht che il direttore tecnico biancorosso Roberto Goretti lo ha scovato: "Il direttore non lo conoscevo ma lo conoscevano i miei agenti. A dicembre del 2018 ha visto un match contro l'Anversa, io non sapevo che era lì ma abbiamo vinto noi e io ho giocato molto bene tanto che ha deciso di prendermi subito. Io sapevo che non sarei rimasto lì e sarei venuto a Perugia già a gennaio, ma l'Anderlecht mi ha bloccato fino alla fine della stagione". E l'appuntamento è stato così rinviato all'estate successiva: "Volevo venire a giocare in Italia perché sapevo che lì c'è la scuola migliore per i difensori, una sorta di università per chi fa il mio ruolo. E poi mi ero informato sul Grifo, un club che in questi anni ha lanciato molti giovani".

Continua a leggere l'articolo >>>

Eppure l'inizio non è stato facile per un ragazzo alla sua prima avventura tra i 'grandi', che nel nostro Paese non c'era mai stato nemmeno da turista: "A parte la lingua, le difficoltà maggiori sono state quelle tattiche perché in Belgio si basa tutto sulla tecnica, mentre qui è importante anche difendere. Prima di lasciare il Belgio del resto sapevo che venivo in Italia per imparare e per crescere anche dal punto di vista fisico. In tutto questo Oddo, che era anche lui un terzino e ha giocato in un grande club come il Milan, mi ha aiutato moltissimo fermandosi spesso solo con me e facendomi fare degli allenamenti personali". E proprio il campione del mondo, nella prima fase della stagione, a un certo punto ha deciso che era il momento di testare Nzita in una gara vera: "Nell'allenamento prima della trasferta di La Spezia il mister mi ha chiesto 'come ti senti?', 'bene' ho risposto io e a quel punto mi ha detto: 'domani farai una grande partita'. Da lì però - sorride il laterale mancino - ho iniziato a essere stressato".

Coronavirus, Santopadre alza la voce: "Ripartire? Così ci mandano al macello"

Eppure la prima da 'pro' è andata bene, con un pari in rimonta (2-2) e l'esame superato da Nzita: "Quando è iniziata la partita avevo un po' paura dei tifosi - ricorda - perché erano venuti in tantissimi anche lì. Piano piano però, sentendoli cantare ho preso coraggio, la tensione si è sciolta e ho pensato a giocare grazie anche a tutti i compagni che mi incitavano in campo e dalla panchina". Quei compagni con cui sembra avere grande feeling: "Sto bene con tutti e tutti mi vogliono bene, a cominciare da Di Chiara che durante gli allenamenti mi spiega come difendere e come mettere i cross in area. All'inizio ho legato più con quelli che parlavano in fancese, come Kouan, o in inglese  come Dragomir e il mio amico Fernandes, con cui dividevo la camera in trasferta, ma anche Capone e Diego (Falcinelli, ndr) che - dice sorridendo - mi traduce il perugino di Cosmi".

Continua a leggere l'articolo >>>

E proprio Cosmi, dopo le 6 presenze in campionato e quella in Coppa Italia sul campo del Sassuolo agli ordini di Oddo, dopo il suo arrivo sulla panchina a gennaio ha 'regalato' a Nzita altri 4 gettoni in B e il prestigioso palcoscenico del 'San Paolo' in coppa: "Sfidare lì il Napoli è stato emozionante. Con Cosmi mi trovo bene, perché ti fa sentire la sua presenza in campo e di conseguenza inizio anche io a 'sentire' quando la mia posizione in campo è giusta o sbagliata. Sono cresciuto giocando nella difesa a quattro ma sono uno a cui piace imparare e il 3-5-2 mi piace tantissimo, perché amo dribblare e attaccare come Evra o Marcelo". Campioni come quelli che spera un giorno di affiancare con la nazionale del Belgio: "Mi piace molto Vertonghen, che ha un gran piede sinistro, e sogno di giocare in futuro con Lukaku, Hazard e gli altri". Intanto il primo obiettivo è ritagliarsi uno spazio nell'Under 21: "Con il Grifo mi sono messo in mostra ed ero stato convocato per il match di qualificazione allEuropeo sul campo della Bosnia, ma purtroppo è arrivato il coronavirus".

Rifondare il Perugia copiando l’Atalanta? Un'idea per Santopadre, Goretti e Cosmi

Uno stop, quello imposto dalla pandemia, che ha fermato anche il Perugia dopo la vittoria sulla Salernitana, che aveva interrotto una striscia si 5 ko consecutivi: "Nelle prime partite con Cosmi la squadra giocava bene, ma i risultati non arrivavano e forse abbiamo un po' sottovalutato la situazione. Capivamo la delusione dei tifosi ma non era colpa del mister, così in ritiro a Cascia ci siamo ricompattati". E Nzita ora è pronto per ripartire con un duplice obiettivo: "Intanto continuo ad allenarmi, visto che qui a Bruxelles mi è permesso anche correre all'aperto, poi spero di dare una mano a raggiungere i playoff. Voglio giocare altre gare e conquistarmi uno spazio in rosa anche nella prossima stagione, perché non penso ad altri club: in testa ho solo il Grifo".


Si parla di