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GRIFONERIE Perugia: perché è assurdo contestare Cosmi (e Iemmello…)

L'analisi di Claudio Sampaolo sulla prolungata crisi del Grifo, incappato nella quinta sconfitta consecutiva

Cinque sconfitte di fila sono dure da digerire, ed è persino comprensibile che in molti, tifosi ma anche addetti ai lavori ondivaghi, perdano il senso della misura, la capacità di analisi.

Si dice: dopo una così lunga serie di ko non si può confermare l’allenatore. E perché? Per sostituirlo con chi? Per rimescolare i giocatori, inventare qualche nuovo ruolo o, magari, studiare una preparazione atletica rivoluzionaria in primavera?

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Proviamo a ragionare, andando per punti:

1) Cosmi, secondo il nostro personale punto di vista, ha sbagliato ad abbandonare il suo schema preferito per giocare con un inedito 4-3-3. Lo ha fatto, supponiamo, sperando di portare più gente dentro l’area di rigore. Ma i risultati sono stati sconfortanti e bene ha fatto, martedì sera, a tornare sui suoi passi. Le sconfitte, poi, hanno ognuna una storia diversa da raccontare: tutte di misura, quasi occasionali, tranne con lo Spezia (ma Iemmello fallì la palla dell’1-1). Col Benevento, al di là di un supposto impegno con le marce basse dei campani (beato chi ha queste certezze) si può ben dire che la difesa ha retto bene, finché il match è stato in bilico, soprattutto con la novità di Sgarbi difensore di destra (al posto di Gyomber) che ha interpretato il ruolo come Cosmi comanda. Per capirci come giocavano Rivalta e Sogliano: prima marcare poi appoggiare i compagni di fascia, farli slittare in avanti. Poi, certo, s’è fatto scappare Caldirola sul primo gol, ma quando capiterà mai al Perugia di segnare con la pancia in mischia?

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2) Il problema dei problemi è sempre il pessimo assortimento del centrocampo, dove finalmente bisognerà scegliere chi gioca dove. Cioè chi gira la palla e poi chi si butta in area, perché se è vero che questa squadra non ha un regista riconosciuto, la cosa peggiore è che nessuno tra i centrocampisti ha il senso del gol, a parte Kouan che però ha altri difetti di posizionamento in campo che non gli consentono di essere completamente affidabile. Per la regia, ad occhio e croce, dopo essere passati attraverso Carraro, Balic, Konate e saltuariamente pure Nicolussi, il compito dovrebbe toccare a Greco.

3) Il problema del gol è evidente ed eclatante. Segna solo Iemmello e, per fortuna, anche Melchiorri. Dopodiché Falcinelli si sta sfiancando in rientri da centrocampista e non vede la porta se non da lontano, mentre Capone e Buonaiuto sono prigionieri di prestazioni incostanti anche nel corso della stessa partita. Tutto ciò premesso ci pare veramente fantascienza che si riservino fischi a Iemmello, che l’altra sera ha giocato né più e né meno come altri. E allora: da cosa deriva questa acredine, verso uno che fin qui ha tenuto a galla da solo la squadra (con Vicario)? A chi lo rimprovera di non avere feeling coi tifosi o di non esercitare altre arti di pubbliche relazioni, vorremmo sommessamente ricordare che Marco Negri, 33 reti in due stagioni, ai tempi non parlava coi giornalisti, snobbava tutto e tutti. Ma nessuno si sentì minimamente in dovere di contestarlo. Faceva gol e tanto basta. Su questo punto specifico, in tanti, dovrebbero riflettere.

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4) Su una cosa ci piacerebbe che Cosmi, Bazzani, e tutto lo staff, si concentrassero bene: i calci da fermo, le palle inattive. Se applicare uno schema è troppo difficile, a giudicare dai pasticci combinati in serie martedì sera (e non solo martedì sera), forse è meglio tirare direttamente nel mucchio. Magari sperando che Rajkovic o Sgarbi riescano ad indovinare un colpo di testa, di ginocchio, o di pancia. Ma vedere la palla uscire, girare, a volte tornare indietro e non finire mai, decentemente, dentro l’area piccola, calciata come si deve, per poi finire nel nulla, è veramente deprimente.

5) Per chiudere. Mandare via Cosmi per riprendere Oddo? Che cosa potrebbe fare di diverso? Insegnare a calciare gli angoli e le punizioni? A marcare stretto in area, a fare gol da davanti alla porta? Siamo seri: con lui, la squadra ha dimostrato di non reggere un attacco con tre giocatori offensivi, ed anche volendo cambiare qualcosa, che potrebbe fare Oddo? Un 4-4-2? Non avrebbe il mancino esterno di centrocampo, a meno di schierare lì Di Chiara con Falasco alle spalle, cioè una somma di terzini. Un 3-4-3 come l’Atalanta? Identico problema a sinistra. E il 3-5-2? Quello è territorio di Cosmi, lasciamo lavorare l’originale. Per farla breve: questi sono i giocatori e con questo materiale umano ormai c’è poco da inventarsi. Noi siamo per la fiducia incondizionata a Cosmi, perché dopo di lui ci sarebbe solo una pericolosa strada in discesa. Poi, come diceva Brera, i pronostici li sbaglia solo chi li fa e staremo a vedere.

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A livello di curiosità (beneaugurante), potremmo ricordare l’esperienza di Walter Novellino a Modena (2013/2014), che nel girone di ritorno passo dai playoff ai playout infilando una serie di 5 sconfitte e 4 pareggi in 9 partite. Restò al suo posto ed arrivò quasi allo spareggio per la serie A, battuto dal Cesena di Bisoli solo perché in semifinale gli venne a mancare la forza di Babacar (il suo Iemmello, 20 reti in 39 partite).


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