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Il Perugia in coro: "Con Cosmi è un'altra musica". Ecco le frasi con cui Serse ha trasformato il Grifo...

Da Falzerano a Falcinelli passando per Melchhiorri, il gruppo esalta il nuovo tecnico che ha ridato entusiasmo e compattezza ad ambiente e squadra. "Fame", "Club Méditerranée" e "Di Caprio": con battute e messaggi subliminali l'erede di Oddo ha rigenerato i grifoni...

Una vittoria pesantissima quella ottenuta dal Perugia sul Livorno al Curi, dove con la rete di Melchiorri il 'nuovo' tecnico Serse Cosmi è tornato a gioire davanti alla sua gente a quasi 16 anni di distanza dall'ultima volta. Il 16 maggio 2004 era stato Jay Bothroyd a piegare l'Ancona (prima del 'maledetto' doppio spareggio perso con la Fiorentina) in quella che ancora resta l'ultima partita giocata dal Grifo in Serie A. Ed è proprio lì che il tecnico di Ponte San Giovanni succeduto a Massimo Oddo vuole riportare i biancorossi e i tre punti contro i toscani, ottenuti senza brillare ma con fame e concentrazione feroci, sono fondamentali e possono rappresentare una reale svolta in un momento della stagione delicato in cui il Perugia deve far capire a sé stesso a alle rivali che ruolo vuole recitare da qui alla fine. E aver chiuso il match senza reti al passivo (ma già contro Napoli e Chievo solo uno era stato incassato su azione con gli altri tre arrivati su rigore) testimonia il cambio di mentalità radicale che Cosmi sembra aver portato in un gruppo che con Oddo rischiava di perdersi e di andare allo sbando, a causa sì dell'emergenza ma anche di un modulo (il 4-3-2-1) sul cui altare venivano sacrificati big come Falcinelli o Melchiorri.

GRIFONERIE Riecco Cosmi, trascinatore a suon di 'battute'

RIGENERATI - Proprio i due attaccanti, letteralmente rigenerati dal nuovo allenatore, sono stati grandi protagonisti nel match contro i labronici in cui hanno fatto capire che di qui in avanti la squadra non sarà più Iemmello-dipendente. “Con Cosmi ci alleniamo in maniera diversa ed è tornata la fiducia” hanno detto in coro i due dopo il match, in perfetta sintonia con le parole del 'soldatino' Falzerano che della mentalità 'cosmiana' sembra essere l'incarnazione perfetta per il suo spirito di sacrificio al servizio dei compagni: “Sicuramente il cambio di allenatore ci ha fatto fare un po' a tutti un'esame di coscienza - ha detto il jolly biancorosso' ai microfoni di Tef Channel dopo il match col Livorno -, perché quando c'è un esonero significa che le cose non sono andate come dovevano andare e che un po' tutti dovevamo dare e fare qualcosa di più. Stiamo lavorando con il mister sui suoi concetti cercando di fare quello che lui ci chiede”. Un cambio soprattutto a livello psicologico: “Il mister ogni giorno ci trasmette il suo amore per questa città e per questi colori - ha aggiunto ai microfoni di Umbria Radio - e anche prima della partita contro il Livorno ci ha fatto un discorso lunghissimo negli spogliatoio per farci capire cosa significa giocare in uno stadio come il Curi. Si vede che è uno che ha vissuto tantissimi spogliatoi e sembra capire quello che pensiamo in ogni momento”. Ma come ha fatto Cosmi a entrare in così poco tempo nella testa dei suoi calciatori? Ecco le frasi con cui ci è riuscito...

FAME E DIETA 
“Qui ci vuole ambizione - ha detto nella sua prima conferenza stampa dopo il suo ritorno - serve la fame e quelli che non ce l’hanno più li metteremo a dieta, facendola tornare a tutti. Io non guardo all’età e questo discorso vale per tutti, da Melchiorri a Nzita. Non mi interessa quanti anni giocherai ancora, quando scendi in campo devi farlo come se giocassi altri cento anni”. E proprio Melchiorri, a 32 anni e col contratto in scadenza, contro Livorno è stato il migliore in campo come forse mai gli era capitano in questa stagione...

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CLUB MÉDITERRANÉE
“Rajkovic? Qui non siamo al Club Mediterranée: voglio solo gente che crede in noi e nella Serie A”, ha detto Cosmi alla vigilia del match del San Paolo dopo la 'fuga' del serbo, che aveva declinato l'offerta del Perugia con cui aveva già svolto le visite mediche. Parole che l'ex Palermo dovrà tenere bene a mente anche ora che è tornato sui suoi passi firmando un contratto con il Grifo fino al giugno 2022: “È stata una decisione difficile a livello personale - ha spiegato lo stesso Rajkovic in un video postato dal Perugia sui propri profili social - non era solo una questione sportiva ma ora non vedo l'ora di scendere in campo con la maglia del Perugia. Avverto una doppia responsabilità dopo questa lunga trattativa, ma lavorerò silenziosamente per conquistare la fiducia dei tifosi: mi piace far parlare il campo. Sicuramente il presidente Santopadre e il direttore Goretti sono stati decisivi: la loro stima e fiducia sono state fondamentali per scegliere Perugia. Il mister Cosmi? Un grande, un uomo di grande personalità, chiede il massimo da tutti e sacrificio in ogni gara e allenamento”. Parole apprezzate dal tecnico che dopo la vittoria sul Livorno gli ha dato il benvenuto: “Rajkovic è un gran giocatore, con lui la difesa è a posto”.

DI CAPRIO E L'EMERGENZA
E se la difesa ora “è a posto” con l'arrivo di Rajkovic e il recupero di Angella, Cosmi non si è pianto addosso nell'emergenza assoluta che si è trovato ad affrontare nelle prime settimane e in particolare nel match perso solo nel finale a Verona contro il Chievo, in cui era stato costretto a convocare due Primavera come Righetti e Liljedahl: "Partiamo con Di Caprio, lo svedese che io chiamo come l'attore perché è biondo e non parla la lingua. Ma l'emergenza non è una scusante: al 'Bentegodi' non ho mai vinto e sarà dura, ma possiamo giocarcela anche in quindici...”. Un messaggio recepito da gruppo che a Verona ha giocato meglio del Chievo perdendo solo nel finale.

FOTO Perugia, via al Cosmi-bis: bagno di folla per Serse

FALASCO EGOISTA
Proprio a Verona c'è stata però la prima sfuriata di Cosmi, che all'uscita dal campo si è scagliato contro Falasco reo di essersi fatto espellere per proteste dopo il triplice fischio finale: “Falasco è stato egoista, un gesto che denota non un'immaturità ma la non consapevolezza degli obiettivi per cui stai giocando. Questi non sono comportamenti di chi vuole lottare per la Serie A come invece vogliono fare la società e il tecnico. C'erano già stati dei precedenti nelle ultime gare e pensavo che avessero imparato la lezione, invece non è così ma ora gliela farò capire meglio io insieme alla società perché queste cose mi mandano al manicomio e io non le accetto”. Un avvertimento indirizzato a Falasco - multato dalla società ma subito 'perdonato' da tecnico e compagni dopo le scuse - ma valido per tutti, giusto per far capire il nuovo regime dopo la folle serie di espulsioni di fine 2019...

'SCUDO' SUL MERCATO
In queste sue prime settimane Cosmi ha dovuto poi fare i conti con l'incognita mercato, che durante la finestra di riparazione spesso stravolge gli organici dei vari club e porta comunque 'distrazioni' nella testa dei calciatori: "Le operazioni in uscita sono altrettanto importanti di quelle in entrate. Mi dovranno far capire chi è che vuole davvero andare davvero via da Perugia - ha detto dopo lo sfortunato ko di Verona con il Chievo -, perché bisogna essere persone in grado di affrontare i propri probolemi e dirli. Perugia non accoglie chi non vuole starci o chi ha difficoltà a starci: questa città e questa società sono troppo più importanti dei calciatori per pensare che noi dipendiamo dagli umori di chi vuole restare o no”. E quando la piazza mugugnava per il ritardo nell'arrivo di rinforzi, Cosmi si è preso le sue responsabilità facendo da 'scudo' alla società: “Sono stato io a frenare il presidente Santopadre e il direttore Goretti che avrebbero già preso tre giocatori, in questo momento serve lucidità per capire chi può darci una mano e chi no. Fidatevi di me...”. E tra quelli che una mano possono darla di sicuro ci sono Falcinelli e gli altri tifosi biancorossi...

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IL CURI E FALCINELLI
Un'altra 'arma' con cui Cosmi sta cercando di caricare squadra e ambiente è infatti la sua 'peruginità': "Il Curi deve tornare a essere casa nostra" è il mantra del tecnico, convinto di poter trasmettere ai suoi calciatori l'amore per il Grifo e per la città. E in questo il suo 'ambasciatore' ideale nello spogliatoio non può che essere Diego Falcinelli, che da colpaccio del mercato estivo si era perso sotto la gestione Oddo ed è stato invece rigenerato da Cosmi. Con uno dei suoi leader però il tecnico lascia comunque da parte la carota per usare il bastone: "Diego sta giocando bene ma può fare di più: come diceva la suocera a un calciatore che ho allenato, il pallone va buttato nel 'recinto' e cioè in porta. Ecco, Falcinelli deve iniziare a metterla nel recinto". Messaggi nemmeno tanto velati invece per Carraro ("In difesa a Verona ha interpretato bene il ruolo ma si sente mediano e andare contro la volontà di un calciatore può essere controproducente") e Buonaiuto ("La vita di allenatore mi ha portato in rari casi a stravolgere la posizione dei giocatori e spesso a spostarli anche di poco. Devono capire che se faccio queste cose le faccio per esperienza ma anche per il loro bene: quindi penso che per un calciatore sia intrigante che un allenatore sposti le posizioni andando anche a toccare le caratteristiche, perché sennò poi rischiano di finire vicino a me..."). E non è un caso che contro il Livorno entrambi siano finiti in panchina, il primo sostituito da Konate e il secondo da Melchiorri poi risultato decisivo.